L’Istat ha diffuso oggi i dati aggiornati del censimento permanente sulla popolazione italiana al 31 dicembre 2024, confermando un trend demografico che vede un progressivo invecchiamento della popolazione e una diminuzione degli abitanti complessivi. La fotografia demografica attuale disegna un paese sempre più “spopolato”, con un’età media in crescita, un incremento significativo dei grandi anziani e un calo dei giovani.
I numeri dell’Istat: l’Italia si invecchia
Secondo i dati Istat, l’età media della popolazione italiana è salita a 46,9 anni, con le donne che registrano un’età media di 48,2 anni e gli uomini 45,4 anni, un aumento di oltre tre mesi rispetto al 2023. In particolare, è in crescita la fascia degli “over 85” che ha raggiunto quota 2 milioni e 410 mila persone, con un incremento di 90 mila unità in un anno, pari al 4,1% della popolazione totale.
Il fenomeno è accompagnato da un aumento dell’indice di vecchiaia, che misura il numero di persone con almeno 65 anni ogni 100 giovani tra 0 e 14 anni: si passa dal 200% del 2023 al 208% del 2024, a fronte del 149% registrato nel 2011. La proporzione tra anziani e bambini sotto i sei anni è ora di sei a uno, un dato che riflette l’invecchiamento storico della popolazione italiana.
Dal punto di vista geografico, la Campania si conferma la regione più giovane con un’età media di 44,5 anni, mentre la Liguria resta la più anziana, con un’età media di 49,6 anni, seguita dalla Sardegna con 49,2 anni. Tra i comuni, Ordona (Foggia) spicca come il più giovane, con un’età media di 37,6 anni, mentre Villa Santa Lucia degli Abruzzi (L’Aquila), con soli 83 abitanti, è quello con l’età media più alta a 65,2 anni.
Popolazione in calo: sotto i 59 milioni
Al 31 dicembre 2024, sempre secondo i dati Istat, la popolazione residente in Italia è scesa a 58.943.464 abitanti, con un decremento di 27.766 persone rispetto al 2023, pari a una diminuzione dello 0,5 per mille. Questo calo interessa principalmente il Sud (-2,5 per mille) e le Isole (-2,8 per mille), mentre al Centro la flessione è più contenuta (-1,0 per mille). Al contrario, nel Nord-ovest e nel Nord-est si registrano incrementi rispettivamente di +1,4 e +1,2 per mille.
A livello regionale, tutte le regioni del Mezzogiorno mostrano una diminuzione della popolazione, con la Basilicata che raggiunge il picco negativo del -6,1 per mille. Nel Centro, l’Umbria segna una diminuzione del -1,9 per mille. Nel Nord, ad eccezione della Valle d’Aosta (-2,8 per mille) e del Friuli-Venezia Giulia (-1,1 per mille), la popolazione cresce, con la Provincia autonoma di Bolzano che registra il maggior aumento (+4,0 per mille).
Le donne sono 1.200.030 in più rispetto agli uomini, costituendo il 51% del totale, con un rapporto di 96 uomini ogni 100 donne.
Una nota positiva riguarda la popolazione straniera residente, che al 31 dicembre 2024 conta 5.371.251 persone, in aumento del 2,24% rispetto al 2023, rappresentando il 9,1% della popolazione totale. L’apporto della popolazione straniera contribuisce a contenere la flessione demografica complessiva e sostiene la crescita demografica nel Nord Italia.
L’analisi Istat conferma dunque un’Italia che continua a invecchiare e a perdere abitanti, con forti differenze territoriali e un ruolo crescente della popolazione straniera nel bilancio demografico nazionale. Questi dati sono fondamentali per orientare politiche sociali, economiche e di sviluppo territoriale in un contesto di sfide legate alla sostenibilità demografica.






