Roma, 1 dicembre 2025 – Il caso dell’addetta alle pulizie licenziata dal Circolo Canottieri di Roma dopo vent’anni di servizio approda ora in tribunale e accende un dibattito pubblico che intreccia diritti dei lavoratori, rapporti di potere e buone pratiche sul luogo di lavoro. Al centro della vicenda c’è una contestazione che ha fatto discutere: secondo il prestigioso club affacciato sul Tevere, la dipendente si sarebbe rivolta a una socia utilizzando il “tu” anziché il più formale “lei”. Una condotta ritenuta grave, insieme ad altri episodi contestati nel tempo, tanto da portare al licenziamento immediato. La lavoratrice, però, respinge tutte le accuse e ha impugnato il provvedimento davanti al giudice del lavoro, con una prima udienza fissata a gennaio.

Una contestazione che divide: il caso del pronome al Circolo Canottieri di Roma
Secondo quanto riportato dall’edizione romana di Repubblica, la prima e principale contestazione mossa all’addetta alle pulizie riguarda l’utilizzo di un pronome ritenuto inappropriato nei confronti di una socia, manager e moglie di un primario. L’inserviente avrebbe infatti dato del “tu” alla donna, un gesto percepito come irrispettoso nell’ambiente esclusivo del Circolo Canottieri di Roma.
Il presidente del club ha inoltre accusato la lavoratrice di aver lanciato un asciugamano addosso alla stessa socia, in quel momento incinta e distesa su un lettino, oltre ad aver tenuto altri comportamenti in passato già sanzionati con provvedimenti minori.
La dipendente, in una lettera di difesa scritta di suo pugno, ha però negato categoricamente di essersi comportata in modo scorretto. Ha sostenuto di essersi sempre rivolta alla socia con il “lei”, di averle fatto gli auguri per la gravidanza poche ore prima e di non averle mai lanciato alcun telo. Nonostante queste spiegazioni, la direzione del circolo ha ritenuto le giustificazioni “inattendibili e contraddette dalle prove in possesso”, procedendo al licenziamento.
Dal licenziamento all’aula di tribunale: un caso simbolo sul lavoro e sulle tutele
La vicenda del Circolo Canottieri di Roma è rapidamente diventata un caso politico. Il deputato AVS Angelo Bonelli ha denunciato in una nota la fragilità delle tutele lavorative nel Paese, accostando questo licenziamento a quello di tre cassieri Pam in Toscana, puniti per un “test del carrello”. Per Bonelli, si tratterebbe di un modello che “punisce invece di tutelare”, alimentando un clima in cui “il lavoro viene trattato come colpa, non come diritto”.
Il parlamentare annuncia un’interrogazione al Governo per chiedere chiarimenti e interventi, mentre la lavoratrice attende l’esito del giudice del lavoro. Un caso che, al di là del singolo episodio, solleva interrogativi più ampi sulla dignità dei lavoratori, sulle procedure disciplinari e sul rapporto tra ruoli e gerarchie in contesti esclusivi come il Circolo Canottieri di Roma.






