L’ex professore di religione dell’Istituto Sociale di Torino, liceo dei Gesuiti, ricorda il Papa
Antonello Famà: “Parlammo di vino pimemontese”
Cronaca (Torino). “Un uomo prima ancora che un Papa, capace di mostrarsi per quello che è, senza fronzoli, con semplicità e umanità autentica.” Così Antonello Famà, ex professore di religione dell’Istituto Sociale di Torino, il liceo dei Gesuiti, ricorda Papa Francesco. Famà ha incontrato Bergoglio due volte: la prima nel giugno del 2013, poco dopo l’elezione, grazie alla rete delle scuole gesuitiche; la seconda nel 2017, in un incontro più ristretto con la redazione di Aggiornamenti Sociali. “Nel primo incontro – racconta – gli portai dei doni, tra cui una magnum di Barbaresco. Le prime parole che ci scambiammo furono proprio sulla bontà del vino piemontese. Parlare di vino con un Papa fu davvero curioso.” Ma è il secondo incontro a lasciargli l’impronta più profonda: “Mi colpì il suo essere uomo. Il Papa si presentava senza barriere, abbracciava, ascoltava. E questo ti dava forza.” Famà riflette anche sul segno lasciato da Francesco: “Ha rotto schemi, rimesso al centro la periferia e gli ultimi. Non era una posa: era visione, era testimonianza.” E ricorda: “Sorrideva quando lo accusavano di essere comunista. Ma era solo profondamente cristiano.” Secondo Famà, il futuro della Chiesa avrà bisogno “di pensiero nuovo e profondo. Ma l’umanità e la spiritualità di Francesco rappresentano ormai un punto di non ritorno.” (Sebastiana Risso/alanews)
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