Milano, 22 ottobre 2025 – Si è tenuta presso l’ARCI di via Bellezza 16 a Milano un’assemblea convocata dal Leoncavallo, storico centro sociale e culturale della città, per discutere delle prospettive future dello spazio e delle implicazioni politiche legate alla sua esistenza. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti di realtà sociali e culturali, uniti dalla volontà di difendere un luogo simbolico di libertà e partecipazione.
Assemblea partecipata e appelli per una risposta unitaria

Nel corso dell’assemblea ha preso la parola Marina Boer, presidente dell’associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo, che ha sottolineato l’importanza del percorso politico avviato: “Dal lancio di questa assemblea è nato un programma politico ampio, rivolto a realtà molto diverse tra loro. Ora lo rimandiamo alla città e ci aspettiamo un riscontro. È lo stesso percorso che abbiamo seguito per la manifestazione del 6 settembre: vedremo cosa accadrà questa volta”. Boer, da sempre figura di riferimento del centro sociale, ha inoltre denunciato le difficoltà recenti legate alla richiesta da parte del Ministero dell’Interno di un risarcimento di tre milioni di euro, a fronte di una sentenza che ha condannato il Viminale per il mancato sgombero dell’immobile occupato da oltre trent’anni. “Il ministero ci chiede una cifra che io, pensionata, non posso pagare”, ha dichiarato, evidenziando il rischio di pignoramento dei suoi beni.
Dalla parte delle istituzioni civiche è intervenuto il presidente dell’ANPI Milano e Provincia, Primo Minelli, che ha assicurato il sostegno dell’associazione sia sul piano politico che economico. “Come ANPI abbiamo già dato un contributo. Facciamo appello a tutti, anche agli imprenditori lungimiranti, perché perdere l’esperienza del Leoncavallo non conviene a Milano”, ha affermato. Minelli ha inoltre espresso preoccupazione per il clima politico attuale, definendolo “pessimo” e invitando il fronte democratico a rispondere con unità alle emergenze: “Non credo che il fascismo sia alle porte, ma le forme reazionarie che si stanno delineando rappresentano un problema serio”.
Il futuro del Leoncavallo e la mobilitazione della città
L’assemblea si è conclusa con un appello a proseguire il dialogo tra le forze civiche, sociali e culturali per difendere spazi di libertà come il Leoncavallo, che rappresenta un punto di riferimento per la città. L’urgenza di trovare soluzioni condivise è dettata anche dalla pressione crescente delle istituzioni: il prossimo tentativo di sgombero, inizialmente previsto per il luglio 2025, è stato rinviato ma resta imminente, con la Prefettura pronta a procedere entro la fine dell’anno.
Nel frattempo, il Comune di Milano ha manifestato l’intenzione di mettere a disposizione dell’associazione uno stabile alternativo in via San Dionigi, a Porto di Mare, anche se l’edificio necessita di importanti lavori di riqualificazione per un costo stimato intorno ai tre milioni di euro. Per questo motivo, l’associazione sta valutando una raccolta fondi per sostenere il trasferimento e la sopravvivenza delle attività, che comprendono iniziative culturali, sociali e ricreative come le cene organizzate nei giorni di giovedì e sabato.
Il Leoncavallo, fondato negli anni ’70 e divenuto negli anni un simbolo della cultura alternativa milanese, continua a rappresentare per molti un presidio fondamentale di democrazia partecipativa e confronto politico. La sua storia recente è segnata da tensioni legali e politiche che riflettono un più ampio dibattito sul futuro degli spazi sociali nelle grandi città italiane.






