Prosegue senza sosta l’emergenza migranti nel Mediterraneo centrale con nuovi sbarchi sull’isola di Lampedusa, punto di approdo e primo centro di accoglienza per chi tenta la traversata dalla Libia. Nella giornata di oggi, le motovedette di Frontex e della Guardia Costiera hanno soccorso due imbarcazioni con a bordo complessivamente 127 migranti, che sono stati poi trasferiti all’hotspot di contrada Imbriacola
Soccorsi e composizione dei gruppi
Le due imbarcazioni sono state intercettate al largo di Lampedusa dopo essere salpate dalla Libia, precisamente da Zuwara e Tajoura. Nel primo gruppo, composto da 52 persone, figurano migranti di nazionalità iraniana ed egiziana che hanno dichiarato di aver pagato tra i 4.000 e i 6.000 euro per la traversata. Sulla seconda imbarcazione, invece, erano presenti 72 persone provenienti da Bangladesh, Egitto e Pakistan, con un costo di viaggio riferito di circa 5.000 dollari. Entrambi i gruppi sono stati immediatamente condotti all’hotspot, che al momento registra una presenza complessiva di 295 ospiti.
Continuano gli sbarchi e i trasferimenti
L’arrivo di oggi segue una serie di sbarchi continui che, secondo le ultime rilevazioni, hanno portato a 242 persone sbarcate solo nelle ultime ore, con un totale di circa 670 migranti approdati in meno di dodici ore. I gruppi provengono da diverse aree geografiche, tra cui Bangladesh, Egitto, Pakistan, Siria, Eritrea, Guinea e Sudan. Molti riferiscono di aver pagato fino a 7.000 dollari per raggiungere l’isola. L’hotspot, che ha una capienza ben al di sotto dell’attuale afflusso, conta ora 486 ospiti, ma grazie ai trasferimenti disposti dalla Prefettura di Agrigento, circa 290 migranti sono stati già spostati sulla terraferma, con destinazione Porto Empedocle.
Questa situazione di pressione elevata ha indotto il Governo a prorogare lo stato di emergenza nazionale per altri sei mesi, riconfermando la necessità di misure straordinarie per la gestione dei flussi migratori via mare. Le operazioni di soccorso e accoglienza rimangono dunque al centro delle attività istituzionali, mentre l’isola di Lampedusa continua a rappresentare un nodo cruciale nel delicato equilibrio tra controllo delle frontiere e tutela dei diritti umani.






