Perugia, 20 agosto 2025 – Il caso di Amanda Knox continua a suscitare dibattiti a quasi vent’anni dall’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto il 1º novembre 2007 a Perugia. La recente pubblicazione della serie The Twisted Tale of Amanda Knox su Disney+ riporta sotto i riflettori una vicenda intricata che ha diviso l’opinione pubblica italiana e internazionale. La miniserie, composta da otto episodi, racconta il delitto dal punto di vista di Knox, l’americana condannata e poi definitivamente assolta, ma mette in luce anche le contraddizioni del sistema giudiziario italiano e il ruolo controverso dei media.
Un delitto controverso e un processo travagliato
L’omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese in Erasmus all’Università per stranieri di Perugia, fu un caso di cronaca nera che colpì profondamente l’Italia e il mondo anglosassone. Meredith fu trovata morta con la gola tagliata nella sua stanza, nella casa condivisa con Amanda Knox e altre coinquiline italiane. Secondo le sentenze definitive, il responsabile materiale del delitto fu Rudy Hermann Guede, condannato in via definitiva con rito abbreviato. Tuttavia, il percorso giudiziario di Knox e del suo ex fidanzato Raffaele Sollecito fu molto più complesso, caratterizzato da condanne, assoluzioni e ribaltamenti di sentenza, fino all’assoluzione definitiva nell’aprile 2015 da parte della Corte di Cassazione, che riconobbe l’assenza di prove certe e numerose irregolarità nelle indagini.
La serie televisiva, basata sul libro scritto dalla stessa Knox e prodotta in collaborazione con Monica Lewinsky, si concentra sulla difficoltà di distinguere la verità giudiziaria dalla verità fattuale e mette in evidenza come pregiudizi culturali, stereotipi sessuali e il sensazionalismo mediatico abbiano influenzato pesantemente il caso. Knox viene descritta come una giovane americana “stramba”, disinvolta e fuori dagli schemi tradizionali italiani, etichettata dai media come “Foxy Knoxy” e accusata di essere la “femme fatale” di un delitto efferato.
I pregiudizi culturali e il ruolo dei media
La narrazione della serie enfatizza anche il gap culturale tra Italia e Usa, sottolineando l’atteggiamento conservatore e maschilista di una parte della società italiana, che vide in Amanda la “bionda americana manipolatrice”, mentre nel Paese della Knox percepirono la vicenda come un caso di ingiustizia e persecuzione giudiziaria. La produzione mette in luce, non senza ingenuità, anche alcuni aspetti superstiziosi attribuiti all’Italia, come presagi e deliri mistici attribuiti al procuratore Giuliano Mignini, figura centrale nel procedimento.
Il trattamento mediatico fu particolarmente duro: in Italia, ma anche in Inghilterra e negli Usa, i giornali alimentarono un clima di sospetto e giudizio sommario. L’intervista televisiva di Chris Cuomo su CNN, ad esempio, fu accusata di essere un vero e proprio “agguato” che puntava a mettere in cattiva luce Amanda Knox. Nel frattempo, la stampa britannica e americana si schierava in modo polarizzato tra colpevolisti e innocentisti, complicando ulteriormente la percezione pubblica del caso.
La verità giudiziaria e la giustizia riparativa
Dopo l’assoluzione definitiva, Amanda Knox ha cercato un confronto diretto con il procuratore Mignini, in una forma di giustizia riparativa insolita, tentando di chiudere un capitolo doloroso anche dal punto di vista umano. Knox ha ribadito di voler essere riconosciuta innocente non solo nei tribunali, ma anche nella coscienza collettiva.
Il caso rimane emblematico per le sue implicazioni sul funzionamento della giustizia italiana, sull’influenza dei media e sul peso dei pregiudizi culturali. Nonostante la sentenza finale abbia chiarito le responsabilità, il dibattito sull’effettiva dinamica dei fatti e sulle condizioni che hanno portato a tali errori giudiziari continua ad alimentare riflessioni e controversie. La domanda più inquietante, oggi come allora, è se un simile processo potrebbe ripetersi nel sistema giudiziario italiano moderno, alla luce delle riforme e delle difficoltà ancora presenti nel gestire casi complessi e mediatici.

