L’intervento di Open Arms è avvenuto grazie alle segnalazioni tempestive giunte da Alarm Phone e dall’aereo di ricognizione Seabird, gestito dalla Ong Sea-Watch
Sono 54 le persone tratte in salvo nella notte dal veliero Astral di Open Arms, soccorse mentre si trovavano su una piattaforma petrolifera abbandonata nel Mediterraneo. Il gruppo era partito dalla Libia cinque giorni fa, affrontando un viaggio drammatico e pericoloso. Dopo tre giorni alla deriva in mare, il gommone su cui viaggiavano è naufragato, costringendoli a rifugiarsi sulla struttura metallica per sopravvivere.
Una madre ha partorito sulla piattaforma
Tra le persone soccorse si contavano anche due donne in condizioni estremamente delicate. Una di loro ha dato alla luce un bambino proprio venerdì scorso, mentre si trovava ancora sulla piattaforma, senza alcuna assistenza medica. L’altra donna aveva partorito da pochi giorni. Oltre ai due neonati, il gruppo comprendeva anche due bambini molto piccoli. La loro presenza ha reso ancora più urgente e delicata l’operazione di salvataggio condotta da Open Arms.
L’intervento di Open Arms e la rotta verso Lampedusa
Il veliero Astral è ora in navigazione verso Lampedusa, dove dovrebbe approdare in serata. L’intervento di Open Arms è avvenuto grazie alle segnalazioni tempestive giunte da Alarm Phone e dall’aereo di ricognizione Seabird, gestito dalla Ong Sea-Watch. Senza quel coordinamento, sottolineano i soccorritori, l’epilogo avrebbe potuto essere tragico. “Questa è l’ennesima tragedia scampata”, raccontano gli operatori umanitari a bordo dell’Astral, ancora scossi dalla gravità della situazione.
Open Arms: “Serve un cambio di rotta nelle politiche migratorie”
Il salvataggio, definito dagli stessi soccorritori “complesso”, ha colpito profondamente chi vi ha preso parte, non solo per le condizioni in cui versavano i migranti, ma anche per la drammatica presenza di due neonati e di bambini molto piccoli. “Se non fossimo intervenuti in tempo – spiegano – oggi staremmo raccontando l’ennesima strage in mare”.
L’episodio riaccende il dibattito sulle politiche migratorie nel Mediterraneo. “Serve un cambio di rotta immediato – denunciano gli attivisti di Open Arms – nelle politiche europee sulla migrazione. Un sistema che rispetti e garantisca davvero il diritto alla vita. Non ci stancheremo mai di ripeterlo”. Open Arms ribadisce la necessità di corridoi umanitari sicuri, strumenti di accoglienza dignitosi e meccanismi stabili di soccorso in mare, sottolineando l’urgenza di risposte strutturali, non solo emergenziali.
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