Washington, 10 dicembre 2025 – Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, è al centro di un’indagine aperta dal Comitato Etico dell’organismo calcistico internazionale in seguito a una denuncia formale dell’associazione per i diritti umani FairSquare. L’accusa riguarda il presunto mancato rispetto del principio di neutralità politica da parte di Infantino, soprattutto in relazione al suo sostegno pubblico a Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti, e alla consegna del controverso “FIFA Peace Award” proprio all’ex inquilino della Casa Bianca.
Gianni Infantino e il contesto della denuncia
Secondo quanto riportato da fonti autorevoli come BBC Sport, il numero uno della FIFA avrebbe violato “almeno quattro chiare norme” sulla neutralità politica sancite dallo statuto della Federazione. Il caso si concentra in particolare su un episodio avvenuto durante il sorteggio della fase a gironi dei Mondiali, tenutosi a Washington, dove Infantino ha consegnato a Trump il primo premio per la pace promosso dalla FIFA. A ciò si aggiungerebbero post social e interviste in cui Infantino avrebbe espresso sostegno diretto alla figura politica statunitense, azioni considerate incompatibili con il ruolo apolitico che dovrebbe caratterizzare la massima autorità del calcio mondiale.
FairSquare ha sottolineato come “l’assegnazione di un riconoscimento di tale natura a un leader politico in carica rappresenti una violazione evidente delle regole di neutralità della FIFA”. L’organizzazione ha inoltre criticato la struttura di governance della FIFA, accusata di aver consentito a Infantino di agire in modo autonomo e contrario agli interessi dello sport.

Il profilo e il mandato di Gianni Infantino
Nato a Briga, Svizzera, nel 1970, con doppia cittadinanza svizzera e italiana, Gianni Infantino è presidente della FIFA dal 2016, dopo essere stato stretto collaboratore di Michel Platini e aver ricoperto incarichi di rilievo nell’UEFA. Nel corso del suo mandato, Infantino ha promosso significative riforme, tra cui l’ampliamento a 48 squadre del Campionato mondiale di calcio a partire dal 2026, l’introduzione del VAR nei tornei mondiali e l’espansione della Coppa del Mondo per club a 32 squadre dal 2025. È stato inoltre protagonista di iniziative sociali volte a usare il calcio come strumento di progresso globale, collaborando con varie agenzie internazionali.
Rieletto nel 2023 per un mandato fino al 2027, Infantino ha anche spinto per normative a tutela delle calciatrici, imponendo standard minimi per il congedo di maternità e il supporto medico.
Il ruolo di Donald Trump e le implicazioni politiche
Donald Trump, rieletto presidente degli USA nel 2025, è una figura controversa non solo per le sue politiche interne ed estere ma anche per i numerosi procedimenti giudiziari che lo hanno coinvolto negli ultimi anni. La sua presidenza è caratterizzata da posizioni fortemente nazionaliste e da una gestione energetica che ha segnato una netta discontinuità rispetto ai precedenti governi, puntando su un rilancio dell’industria fossile e una riduzione delle norme ambientali.
Infantino ha sviluppato un rapporto stretto con Trump, partecipando a eventi politici e sportivi di rilievo, come il vertice di Sharm el-Sheikh dove si è discusso del ruolo del calcio nella ricostruzione di Gaza, e incontri con figure chiave del mondo arabo, inclusi esponenti dell’Arabia Saudita. La consegna del premio pace a Trump durante un evento FIFA a Washington ha amplificato il dibattito sull’influenza politica nel calcio globale, sollevando dubbi sull’opportunità e le implicazioni di tale scelta.
Nonostante le critiche, la FIFA difende l’iniziativa sottolineando l’impegno dell’organizzazione nel promuovere la pace attraverso lo sport, e respinge le accuse di parzialità politica. Tuttavia, la vicenda solleva interrogativi importanti sulla linea tra sport e politica, in un momento in cui la FIFA gestisce eventi con un impatto economico e mediatico globale senza precedenti.






