Roma, 5 maggio – A dieci anni dalla conclusione della gestione commissariale, la Corte dei Conti rileva gravi situazioni di sovraffollamento carcerario in diverse regioni come Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia. Il report, intitolato “Infrastrutture e digitale: Piano Carceri”, evidenzia la necessità di nuovi posti detentivi e il completamento di lavori di manutenzione straordinaria per migliorare le condizioni di vita all’interno degli istituti
La situazione delle carceri italiane è diventata sempre più critica, come evidenziato dal recente rapporto della Corte dei conti. Questo documento mette in luce i gravi ritardi nell’attuazione del Piano Carceri, con un focus particolare sul sovraffollamento che affligge diverse regioni del Paese. A dieci anni dalla conclusione della gestione commissariale, le problematiche si concentrano in Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia, dove le condizioni di vita dei detenuti sono al limite dell’emergenza.
Situazione attuale delle carceri
Nel rapporto intitolato “Infrastrutture e digitalizzazione: Piano Carceri”, la Corte dei conti sottolinea che l’attuale stato delle carceri italiane è allarmante. I dati forniti dal Ministero della Giustizia rivelano un sovraffollamento preoccupante, con strutture che superano le loro capacità ricettive. Questo fenomeno non solo compromette la sicurezza all’interno degli istituti, ma ha anche un impatto negativo sulle condizioni di vita dei detenuti, rendendo insostenibile il loro processo di riabilitazione.
Urgenza di interventi
La relazione evidenzia l’urgenza di creare nuovi posti detentivi e di completare interventi di manutenzione straordinaria già avviati. Questi interventi sono fondamentali per migliorare le condizioni igienico-sanitarie e ambientali delle carceri. Tra i progetti in attesa, si segnalano ristrutturazioni di strutture esistenti e la costruzione di nuovi edifici penitenziari. Tuttavia, la lentezza burocratica e la scarsità di risorse finanziarie hanno ostacolato il progresso di questi lavori. Secondo fonti interne al Ministero, i ritardi potrebbero aggravare ulteriormente la situazione, soprattutto in relazione alle normative europee sui diritti dei detenuti.
Politiche di reinserimento sociale
Un altro aspetto critico evidenziato dalla Corte dei conti riguarda le politiche di reinserimento sociale, che risultano insufficienti. La mancanza di programmi efficaci per la formazione e il lavoro dei detenuti contribuisce a un ciclo di recidiva che penalizza non solo gli ex detenuti, ma l’intera società. Il report non si limita a descrivere una crisi, ma lancia un appello alle istituzioni affinché si intervenga con urgenza per affrontare una situazione che ha rilevanti implicazioni sociali ed economiche.






