Bruxelles, 11 settembre 2025 – La Cgil, attraverso il suo segretario confederale Pino Gesmundo, ha ribadito con fermezza la propria opposizione alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Nel corso di un incontro con la Commissione Ambiente dell’Unione Europea a Bruxelles, il sindacato ha espresso preoccupazioni ambientali, economiche e infrastrutturali legate al progetto, che ha già assorbito oltre un miliardo di euro di fondi pubblici.
Cgil: Ponte sullo Stretto opera dannosa e costosa senza basi legali europee
Secondo Gesmundo, la costruzione del ponte non solo rappresenta un rischio per l’ambiente e la tutela della biodiversità locale, ma è anche un investimento sproporzionato rispetto alle reali esigenze di ammodernamento delle reti infrastrutturali nel Sud Italia, in particolare quelle stradali e ferroviarie. Il sindacato ha sottolineato come la relazione “Iropi”, utilizzata dal Governo per giustificare la deroga alla direttiva europea Habitat, non soddisfi i requisiti richiesti dalla normativa comunitaria. La documentazione sarà ora oggetto di verifica da parte della Commissione, che dovrà valutare la legittimità della richiesta italiana.
Gesmundo ha annunciato che nelle prossime ore la Cgil chiederà un intervento della Corte dei Conti, affinché tenga conto dell’assenza di deroga valida da parte dell’Ue e blocchi l’avvio dei cantieri, per evitare un’ulteriore procedura di infrazione contro l’Italia che potrebbe avere gravi ripercussioni finanziarie.
Tensioni istituzionali e polemiche politiche
La richiesta della Cgil si inserisce in un contesto di forti tensioni tra istituzioni italiane e comunitarie. Recentemente, anche la Presidenza della Repubblica ha sollevato rilievi sulla procedura speciale adottata per i controlli antimafia sul progetto, richiamando il Governo al rispetto delle norme ordinarie per le opere strategiche. Il Ministero delle Infrastrutture, per contro, ha ribadito l’intenzione di rafforzare i controlli e ha avviato un “antimafia tour” nelle prefetture di Messina e Reggio Calabria per garantire trasparenza e sicurezza.
Non mancano le critiche da parte di esponenti del mondo dell’autotrasporto, come Paolo Uggè, presidente di FAI-Conftrasporto, che definisce la richiesta della Cgil di fermare l’opera un “atto autolesionista” e sottolinea i benefici ambientali e infrastrutturali attesi dal ponte, considerato strategico per lo sviluppo del Sud e il collegamento stabile con il continente.
La vicenda resta quindi aperta tra questioni tecniche, ambientali e politiche, con il confronto europeo che si preannuncia decisivo per il futuro del progetto.






