Roma, 15 ottobre 2025 – L’Italia si trova davanti a una trasformazione demografica profonda che avrà riflessi significativi sul sistema sociale, sanitario e previdenziale del paese. Oggi, l’aspettativa di vita media in Italia è di 83,4 anni e il 24,7% della popolazione ha più di 65 anni; tuttavia, si stima che entro il 2050 la quota degli ultra-sessantacinquenni raggiungerà il 34,6% della popolazione totale. Questo aumento dell’età media, unito al costante calo delle nascite, determina una crescente pressione sul rapporto tra popolazione attiva e pensionati, con possibili ripercussioni sulla sostenibilità del sistema pensionistico e sanitario.
L’invecchiamento della popolazione in Italia: dati e sfide emergenti
Durante l’evento Investing for Healthy Ageing, promosso da MSD presso l’Associazione Civita a Roma, è stato sottolineato come la crescita della popolazione anziana sia accompagnata da un aumento del divario tra aspettativa di vita e anni vissuti in buona salute o autonomia. Roberta Crialesi, dirigente dell’Istat, ha evidenziato che questo fenomeno si combina con una più alta presenza di lavoratori anziani e una diminuzione dei giovani attivi, generando un carico crescente su welfare e servizi sanitari.

Parallelamente, i dati del Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità indicano che entro il 2050 la percentuale di ultra65enni potrebbe superare il 35%, con una particolare crescita del segmento degli ultraottantenni. Questo comporterà un aumento delle malattie cronico-degenerative, come le patologie cardiovascolari e neurodegenerative, che richiederanno un adeguamento delle risorse e delle politiche di assistenza.
Prevenzione e sostenibilità: la chiave per affrontare la longevità
In questo contesto, preservare la salute il più a lungo possibile diventa cruciale per garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e del welfare. Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di MSD Italia, ha ribadito l’impegno dell’azienda nel promuovere la prevenzione come leva strategica, citando la necessità di considerare vaccini e screening come investimenti di finanza pubblica, non semplici spese.
Inoltre, Ketty Vaccaro del Censis ha evidenziato il cambiamento culturale in atto, con una nuova percezione dell’anzianità che valorizza la longevità attiva e il benessere psicofisico, oltre alla semplice assenza di malattia. Questo approccio integrato tra salute, lavoro e inclusione sociale è essenziale per trasformare l’invecchiamento da sfida a opportunità, valorizzando il contributo degli anziani nella società e promuovendo politiche strutturate in tal senso.






