Amnesty International Italia ha lanciato una dura accusa riguardo alle gravi violazioni dei diritti umani avvenute durante il corteo “Show Israel the red card”, tenutosi il 14 ottobre scorso a Udine, in concomitanza con l’incontro di calcio tra Italia e Israele.
Violazioni durante il corteo a Udine prima di Italia-Israele: la denuncia
Secondo il rapporto di Amnesty, basato sull’osservazione diretta di sei operatori sul posto e su 18 interviste a partecipanti, organizzatori, un avvocato e un giornalista, le forze dell’ordine avrebbero fatto ricorso a un uso massiccio e indiscriminato di munizioni e granate al gas lacrimogeno, a cannoni ad acqua sparati a distanza ravvicinata e, in misura minore, a manganelli. L’azione repressiva sarebbe durata oltre un’ora e mezza, anche in piazza Primo Maggio, dove sarebbe avvenuto il lancio di munizioni a livello delle persone, provocando numerosi feriti e costringendo gli organizzatori a interrompere la manifestazione molto prima del previsto.
Arresti e contestazioni: denunce su trattenimenti e fogli di via
Amnesty ha evidenziato che tra i 13 fermati durante il corteo ci sarebbero state segnalazioni di sequestro dei telefoni cellulari, trattenimenti prolungati per ore e l’applicazione di fogli di via obbligatori per un anno, senza che vi fosse stata una valutazione giudiziaria adeguata. L’organizzazione ha criticato l’uso di questo strumento amministrativo, definito un abuso, poiché si basa su motivazioni vaghe e discrezionali, senza preventiva autorizzazione giudiziaria né garanzie di un giusto processo penale.
Amnesty International Italia ha inoltre reso nota la propria richiesta di chiarimenti inviata alla Questura di Udine il 30 ottobre scorso, rimasta ad oggi senza alcuna risposta formale. Le denunce dell’organizzazione rilanciano il dibattito sull’equilibrio tra sicurezza pubblica e tutela dei diritti civili durante manifestazioni politiche e sportive di rilevanza nazionale.






