La recente tragedia avvenuta a Milano, in cui quattro minorenni hanno investito e ucciso una donna di 71 anni, riaccende il dibattito sulla responsabilità penale dei giovanissimi. In un’intervista al Corriere della Sera, il magistrato Maria Carla Gatto individua le radici di episodi simili in un intreccio di fattori: dall’uso di sostanze stupefacenti in età sempre più precoce all’influenza negativa dei social network, fino a forme di disagio psichico crescente. Elementi che, sottolinea, si accompagnano spesso a gravi problemi sociali e scolastici, aggravati dalla mancanza di investimenti adeguati e coordinati nei servizi sociali e sanitari.
Gatto evidenzia il ruolo centrale della scuola
Per Gatto, la strategia più efficace per contrastare simili fenomeni è la prevenzione, con la scuola come strumento prioritario. Ritiene fondamentale intervenire tempestivamente nei casi di abbandono scolastico, attraverso una segnalazione immediata. A Milano, spiega, sono già in atto accordi di collaborazione tra gli uffici minorili della Procura e quelli scolastici per individuare e affrontare situazioni di rischio.
Abbassare la soglia di imputabilità aiuterebbe a evitare tragedie come quella avvenuta a Milano?
Alla domanda se sia necessario abbassare la soglia di imputabilità, il magistrato risponde negativamente. Secondo lei, a quell’età i ragazzi non hanno la piena consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni e non si asterrebbero dal compierle per il solo timore di un procedimento penale. Piuttosto, l’obiettivo dovrebbe essere quello di avviare percorsi di responsabilizzazione, guidandoli e orientandoli soprattutto in assenza di figure di riferimento autorevoli in famiglia.
Una società chiamata a colmare le lacune
L’episodio milanese, osserva Gatto, è il sintomo di una più ampia incapacità della società di riconoscere per tempo il disagio dei più giovani e predisporre interventi adeguati. “Dobbiamo sperare – conclude – che la società riesca a rimediare alle carenze di attenzione e cure che hanno caratterizzato la vita di questi ragazzi”.
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