Monza, 18 dicembre 2025 – Un uomo di 39 anni è stato condannato dalla Corte dei Conti della Lombardia a restituire al ministero dell’Istruzione e del Merito gli stipendi percepiti indebitamente tra il 2021 e il 2024, per un totale superiore a 63mila euro: l’uomo aveva svolto attività di insegnamento in diversi istituti superiori della provincia di Monza e Brianza e in una scuola del Comasco, dichiarando di possedere titoli di studio mai conseguiti. In particolare, sosteneva di essere laureato, con laurea specialistica, in Ingegneria gestionale della logistica e della produzione e di essere iscritto come laureando in Ingegneria delle automazioni presso un’università telematica. Già colpito da un decreto penale di condanna per falso ideologico, il 39enne ha affermato di non aver agito con l’intento di truffare, ma per necessità.
La vicenda del professore delle Superiori
Secondo quanto ricostruito nella sentenza della Corte dei Conti e riportato da Il Giorno, l’uomo aveva iniziato a insegnare come supplente di Matematica e Fisica dal 29 settembre al 6 dicembre 2021 al liceo scientifico Marie Curie di Meda e all’istituto Castiglioni di Limbiate. In sede di assunzione aveva presentato una dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestando il possesso della laurea, dichiarando di essersi laureato con il massimo dei voti in Ingegneria gestionale della logistica e della produzione all’università Federico II di Napoli nel 2008 e di aver conseguito la specialistica nel 2011. Grazie a questi titoli, aveva proseguito l’attività a Meda fino al 31 agosto 2022 come docente di Scienze e tecnologie informatiche.
Nel maggio 2022 aveva inoltre presentato domanda di inserimento nelle graduatorie per le supplenze per gli anni scolastici 2022-2023 e 2023-2024, continuando a insegnare in un altro istituto fino al 20 gennaio 2023. In quella data era stato costretto a dimettersi, dopo che la segreteria scolastica aveva accertato che non era in possesso della laurea dichiarata. A seguito della segnalazione del dirigente scolastico, nel marzo dello stesso anno il Provveditorato regionale lo aveva escluso dalle graduatorie.
La condanna
Nonostante ciò, il 39enne aveva ottenuto un ulteriore incarico dal 13 settembre 2023 al 30 giugno 2024 a Cantù, in provincia di Como, e successivamente in un istituto tecnico di Monza, dichiarando in questa occasione di essere laureando presso l’università telematica eCampus, circostanza poi smentita dall’ateneo. Dopo il decreto di condanna per falso, la Corte dei Conti della Lombardia ha disposto anche la restituzione degli stipendi percepiti, pari a 63.233,45 euro.






