Prosegue senza sosta l’ondata di incidenti mortali sulle montagne italiane durante l’estate 2025, con i dati più recenti del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) che registrano 83 morti fino al 23 luglio e una tendenza in crescita verso quota 100 vittime. La media è di quasi tre decessi al giorno da inizio estate, con numeri che non accennano a diminuire nemmeno nel mese di agosto.
Il bilancio degli incidenti e le cause principali
Secondo quanto riferito da Simone Alessandrini, portavoce del Soccorso Alpino, gli interventi non si sono mai fermati nelle ultime settimane. Il 44% degli interventi riguarda escursionisti colpiti da malori o vittime di cadute, mentre il restante 56% è legato ad altre attività in montagna. Maurizio Dellantonio, capo del CNSAS, ha definito quest’estate “mai vista prima” per numero di incidenti, con 83 morti e 5 dispersi solo nel primo mese di vacanza, un aumento del 20% rispetto alla media storica.
Dellantonio sottolinea come l’affollamento dei sentieri, favorito da un clima favorevole e dal boom del turismo montano, abbia portato a una crescita di errori e improvvisazioni. Molti escursionisti e alpinisti, infatti, non sono adeguatamente preparati: quasi il 90% non è iscritto al Club Alpino Italiano e non segue corsi preparatori. Un fenomeno preoccupante riguarda anche l’abbigliamento inadeguato — scarpe da ginnastica o magliette di cotone — e la mancanza di attrezzature essenziali come acqua e giubbotti impermeabili. “C’è una forma di incoscienza”, avverte Alessandrini.
Il ruolo del Soccorso Alpino e le difficoltà operative
Il CNSAS, associazione di volontariato e sezione nazionale del Club Alpino Italiano, mantiene la sua attività di soccorso su tutto il territorio nazionale con oltre 7.500 tecnici altamente specializzati. Le operazioni di salvataggio, spesso complesse e rischiose, sono svolte in collaborazione con la Guardia di Finanza e il 118. Dellantonio racconta episodi emblematici, come il recupero di un cuoco a 3.100 metri che affrontava la montagna di notte con scarpe da ginnastica.
Nonostante siano previsti ticket di soccorso fino a 1.000 euro in alcune regioni, metà delle persone salvate rifiuta di pagare le spese degli interventi. L’allarme riguarda anche l’influenza dei social network, che spingono molti giovani a cimentarsi in imprese pericolose solo per ottenere visibilità, trascurando la sicurezza.
Il Soccorso Alpino invita pertanto a una maggiore consapevolezza, preparazione e rispetto delle regole per godere delle montagne in sicurezza.






