La mamma di uno degli undicenni fermati per l’investimento mortale di Cecilia De Astis, 71 anni, racconta il suo dolore e quello del figlio, sottolineando che si tratta di bambini non imputabili. L’incidente è avvenuto in via Saponaro, vicino alla fermata del bus di Milano, e ha coinvolto quattro minori, tutti sotto i 14 anni e domiciliati in un campo rom vicino al luogo del fatto. La donna, intercettata da Repubblica, si commuove parlando sia della vittima sia del figlio: “Piango per mio figlio e per la signora, sono solo dei bambini”, afferma.
La vita nel campo e le difficoltà familiari
La madre racconta di vivere nel campo da sette-otto mesi e di spostarsi spesso: prima Bologna, poi Roma. Il marito è in carcere per precedenti reati e lei si occupa da sola dei figli, senza la presenza di figure maschili. La donna descrive la propria quotidianità come segnata da fatica e preoccupazioni, ora amplificate dall’accaduto: “È da questa mattina che piango, per mio figlio e per lei”, dice, evidenziando il peso emotivo di un incidente drammatico che non avrebbe potuto prevedere.
La dinamica dell’incidente secondo la madre
L’undicenne è rientrato a casa lunedì sera dopo l’incidente insieme agli altri ragazzi. “Abbiamo chiesto cosa stava succedendo. All’inizio non hanno detto nulla, poi sono scoppiati a piangere e ci hanno raccontato della tragedia”, spiega la madre. Racconta che i bambini sono usciti dal campo a piedi e hanno preso un’auto con targa francese, poi risultata rubata. “Quella macchina l’avranno trovata abbandonata o con le chiavi dentro e l’avranno presa. Poi sono tornati e non ci hanno detto nulla, almeno all’inizio”, aggiunge, mostrando il senso di impotenza e lo sconforto nei confronti della vittima.
Provvedimenti giudiziari e situazione dei minori
I quattro ragazzi coinvolti nell’incidente sono già stati riaffidati alle rispettive famiglie. Secondo la procura per i minorenni, non è stata disposta alcuna misura cautelare perché manca il presupposto della “pericolosità sociale”. Si stanno comunque valutando possibili interventi non penali nei confronti delle famiglie, con l’obiettivo di garantire tutela e supporto ai minori senza ricorrere a procedimenti penali.
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