Milano, 18 luglio 2025 – Nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Milano sulla gestione urbanistica della città, entrano nel fascicolo nuove chat private tra il sindaco Beppe Sala e l’architetto Stefano Boeri, entrambi indagati. I messaggi, trascritti in una corposa annotazione della Guardia di Finanza (439 pagine), documentano una fitta interlocuzione tra i due, a cavallo tra il 2022 e il 2023, su alcuni dei progetti più strategici per il futuro del capoluogo lombardo.
Uno dei messaggi più rilevanti è datato 22 febbraio 2022. In quell’occasione, il sindaco rispondeva a Boeri in merito a un progetto proposto attraverso l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi:
“Vi ricevo volentieri ma ti premetto che il progetto che mi ha fatto vedere Giancarlo politicamente non mi sento di portarlo avanti. Ho fatto tutta la campagna sul tema delle ‘rigenerazioni’ e non posso fare spuntare torri dove oggi non c’è nulla.“
Il riferimento sarebbe a un intervento edilizio in un’area priva di preesistenze significative, che Sala definisce non coerente con la linea politica promossa in campagna elettorale. In modo piuttosto diretto, aggiunge anche una nota personale:
“Avendo abitato lì, non penso che per i residenti lo stato attuale delle cose sia un problema.”
Il nodo San Siro tra Boeri e Sala e gli imprenditori privati
Un secondo filone di conversazione tra Boeri e Sala riguarda lo stadio di San Siro, altro tema caldo dell’amministrazione milanese. Il 5 gennaio 2023 Boeri scrive:
“Settimana prossima se vuoi ti porto proprietari area ex piste allenamento Snai interessati a realizzare stadio. Ciao.”
Il sindaco replica con un laconico: “Ok. Buona serata.”
A questo scambio segue un’ulteriore comunicazione, datata 1° marzo 2023, in cui Boeri annuncia il suo ritorno da un viaggio e propone un confronto:
“Io arrivo oggi pom da Cairo. Quando vuoi ci sentiamo su stadio.”
Sala risponde: “Ok. Oggi vedo Cardinale.”
Boeri replica a sua volta: “Io lo sento alle 16. Li sento.”
Il caso Tancredi e le verifiche (archiviate) dell’Anac
Mentre l’assessore Tancredi è oggi tra i protagonisti dell’inchiesta giudiziaria, emergono anche dettagli su un precedente tentativo di verifica avviato dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) nel 2021.
Secondo quanto riportato da fonti Ansa, l’Anac aveva chiesto chiarimenti al Comune di Milano per valutare eventuali profili di incompatibilità o conflitto d’interessi relativi alla nomina di Tancredi, che prima dell’incarico politico esercitava come architetto con studio proprio. L’amministrazione, tramite il responsabile della prevenzione della corruzione, rispose che l’assessore si era già messo in aspettativa al momento della nomina. La vicenda venne chiusa senza rilevare irregolarità, sebbene fu richiesto un monitoraggio interno nel caso si fossero verificate modifiche successive.
Un’ulteriore segnalazione, giunta pochi mesi dopo, fu archiviata per lo stesso motivo: non erano emersi elementi di inconferibilità o incompatibilità. L’intervento dell’Anac, ora riemerso alla luce dei nuovi sviluppi giudiziari, solleva interrogativi sulla tenuta dei controlli interni e sull’evoluzione delle condotte al centro dell’indagine attuale.






