Milano, 19 giugno 2025 – Christian Rosiello, ultrà milanista ed ex bodyguard del rapper Fedez, è stato condannato a 4 anni e 20 giorni di reclusione nel secondo processo abbreviato legato alla maxi inchiesta sulle curve di San Siro. Il tribunale penale di Milano ha emesso la sentenza nell’ambito di un procedimento che vede al centro l’accusa di associazione per delinquere.
Chi è stato condannato oltre a Rosiello
Oltre a Rosiello, sono stati condannati anche Francesco Lucci, fratello dell’ex leader della Curva Sud milanista Luca Lucci, a 5 anni e 6 mesi e Riccardo Bonissi a 3 anni e 8 mesi. Queste condanne si aggiungono a quelle pronunciate pochi giorni fa nei confronti di altri capi e sodali delle tifoserie organizzate di Milan e Inter, coinvolti in un vasto sistema criminale che gestiva affari illeciti legati ai biglietti e alle attività commerciali legate allo stadio San Siro.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Milano e condotta da Polizia e Guardia di Finanza, ha portato alla luce un sistema di estorsioni, pressioni e traffici illeciti che vedeva coinvolte le curve milaniste e interiste, con collegamenti anche con la ‘ndrangheta. Tra i reati contestati ci sono anche lesioni, risse e false attestazioni, nonché l’aggravante del metodo mafioso a carico di alcuni capi ultrà.
Un sistema di potere e affari illeciti a San Siro
Le indagini hanno evidenziato come le curve di Milan e Inter esercitassero un controllo capillare su molte attività legate allo stadio, trasformandolo in un vero e proprio “territorio franco” caratterizzato da violenze e da un controllo economico su parcheggi, catering, vendita ambulante e biglietti. Secondo gli atti giudiziari, gli ultrà riuscivano a ottenere migliaia di biglietti da rivendere a prezzi maggiorati, spartendo i proventi anche con organizzazioni mafiose.
Il procuratore antimafia Giovanni Melillo ha sottolineato la gravità della situazione, ammonendo che “bisogna smettere di far finta di niente” rispetto alle infiltrazioni criminali nel calcio professionistico. Nel frattempo, la Procura ha avviato un procedimento di prevenzione anche nei confronti delle società Milan e Inter, chiamate a dimostrare di aver reciso ogni legame con il mondo ultrà, soprattutto nella gestione dei biglietti.






