Milano, 15 dicembre 2025 – Si è tenuta oggi presso la Corte d’Assise di Milano un’udienza fondamentale nel processo sull’incendio doloso che il 12 settembre 2024 ha causato la morte di tre giovani nella zona di Chinatown, nel capoluogo lombardo. Le vittime, Pan An (24 anni), Yinjie Liu (17 anni) e Yindan Dong (18 anni), sono rimaste intrappolate nelle fiamme che hanno devastato uno showroom-magazzino in via Ermenegildo Cantoni, dove si trovavano a dormire.
Udienza in Corte d’Assise a Milano: emergono responsabilità e dettagli del rogo
Durante l’udienza odierna sono stati ascoltati i vigili del fuoco e il proprietario del capannone, titolare dello showroom dove è avvenuta la tragedia. È emerso con chiarezza che il locale era privo di vie di fuga e di un’uscita di emergenza, caratteristiche fondamentali che avrebbero potuto salvare la vita ai tre giovani. L’area, formalmente destinata a magazzino, veniva utilizzata come dormitorio, una pratica non autorizzata e pericolosa.
L’avvocato Fan Zheng, che rappresenta le famiglie delle vittime, parti civili nel processo, ha sottolineato: “I ragazzi sono morti come topi in un locale che non avrebbe mai dovuto essere un dormitorio. La tragedia poteva essere evitata sia da chi ha appiccato l’incendio, sia da chi ha consentito che si dormisse in un luogo inadatto”. Le famiglie attendono ancora scuse, verità e giustizia, in un momento di profondo dolore.
Indagini e identikit dell’estorsore: un processo verso la verità
Le indagini hanno ricostruito un movente legato a una richiesta estorsiva non soddisfatta, con un presunto debito di 40mila euro. Secondo quanto emerso, il rogo sarebbe stato appiccato da un piromane che ha utilizzato un lucernario del tetto per introdursi nello showroom, versando liquido infiammabile.
Un identikit realizzato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, diffuso dalla comunità cinese di Milano, ritrae un giovane con barba rada e capelli ricci biondi, ritenuto uno degli autori dell’attacco. Le indagini della procura, coordinate dal procuratore Marcello Viola e dal pm Luigi Luzi, sono arrivate a un punto cruciale grazie anche all’analisi delle telecamere di sorveglianza e alle intercettazioni.
Il ventiseienne olandese di origini nordafricane Washi Laroo, ritenuto il braccio operativo, è stato arrestato in Olanda, mentre due connazionali cinesi, sospettati di essere mandanti, sono stati fermati a Milano. Il movente dell’incendio è collegato a una rete di debiti e traffici illeciti emersi durante l’inchiesta.
La prossima udienza, fissata per il 12 gennaio 2026, prevede l’ascolto di ulteriori testimoni dell’accusa, mentre le famiglie delle vittime continuano a chiedere giustizia per una tragedia che ha sconvolto la comunità milanese e non solo.
Fonte: Alessia Arrigo - Tre giovani morti nel rogo a Chinatown a Milano, legale Zheng: "La tragedia poteva essere evitata"



