Roma, 5 novembre 2025 – Secondo i dati aggiornati forniti dall’Inail, l’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, le denunce di infortunio tra gli studenti di ogni ordine e grado sono cresciute nel corso dei primi nove mesi del 2025, segnando un aumento del 3,4% rispetto all’anno precedente. In particolare, sono state 53.563 le segnalazioni inoltrate, con un incremento anche nei casi mortali, passati da sei nel 2024 a sette nel 2025.
Crescita degli infortuni tra gli studenti: l’analisi dei dati Inail
Le segnalazioni di infortunio riguardano una platea ampia di studenti, dalla scuola primaria fino all’istruzione superiore, con un’incidenza significativa delle denunce riferite agli studenti coinvolti nei percorsi di formazione scuola-lavoro, precedentemente noti come PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento). Tuttavia, proprio in questo ambito si registra una diminuzione dell’11,1% rispetto al 2024, con 1.299 casi denunciati.

L’Inail sottolinea come la gran parte degli infortuni (circa il 75%) coinvolga studenti under 15 anni, mentre il restante 25% interessa quelli dai 15 anni in su. Nel complesso, l’incidenza degli infortuni studenteschi rappresenta il 12,3% delle denunce totali ricevute nel 2025. Le studentesse coinvolte sono il 42% del totale, con un aumento del 3,1% rispetto all’anno precedente, mentre gli studenti maschi rappresentano il 58%, con un incremento del 3,5%. La maggioranza delle denunce (95%) proviene dalle scuole statali, mentre il restante 5% riguarda istituti privati e non statali.
Geograficamente, la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di denunce, rappresentando il 23% del totale nazionale e segnando un aumento del 4,9% rispetto al 2024. Seguono Veneto (13%, +11,3%), Emilia-Romagna (12%, +1%), e Piemonte (10%, +6,9%).
Infortuni sul lavoro: situazione generale e settori a rischio
Oltre al mondo scolastico, l’Inail ha reso noti anche i dati sugli infortuni sul lavoro in generale. Nei primi nove mesi del 2025 sono state denunciate 777 morti sul lavoro (esclusi gli studenti), con un incremento dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Gli incidenti mortali in occasione di lavoro sono passati da 563 a 570, mentre quelli in itinere, ovvero durante il tragitto casa-lavoro, sono rimasti stabili a 207.
Il totale delle denunce di infortunio in occasione di lavoro, al netto degli studenti, si attesta a 310.726, in lieve diminuzione dello 0,2% rispetto al 2024, mentre gli infortuni in itinere sono aumentati del 2,4%, raggiungendo quota 71.594. In crescita del 9,7% risultano le patologie di origine professionale denunciate, pari a 71.682 casi.
L’analisi per settore evidenzia che le attività manifatturiere, il trasporto e magazzinaggio e il commercio sono quelli con il maggior incremento di infortuni mortali, rispettivamente da 71 a 83, da 66 a 71 e da 39 a 54 decessi. Al contrario, si registrano diminuzioni nelle costruzioni, nei servizi di supporto alle imprese e nelle attività di alloggio e ristorazione.
L’incidenza infortunistica rapportata agli occupati, secondo i dati Istat aggiornati al 2025, mostra un calo del 14,1% rispetto al 2019, passando da 1.493 a 1.283 denunce ogni 100mila occupati. Rispetto al 2024 il dato è in lieve diminuzione dello 0,9%.
Le iniziative governative e le critiche sindacali
Per contrastare la persistente emergenza degli incidenti sul lavoro, con una media di quasi tre morti al giorno, il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un decreto legge sulla sicurezza sul lavoro del valore di circa 900 milioni di euro. Tra le misure introdotte figurano il badge di cantiere obbligatorio anche per i subappaltatori, borse di studio fino a 7.000 euro per gli orfani delle vittime di incidenti sul lavoro, tessere di riconoscimento con codici anti-contraffazione per i dipendenti, incentivi per le aziende virtuose e l’aumento di personale ispettivo e delle forze dell’ordine dedicate.
Nonostante l’impegno istituzionale, la CGIL ha espresso critiche durissime, affermando che il decreto rappresenta un provvedimento insufficiente, incapace di incidere sul modello di impresa che continua a provocare tragedie sul lavoro, caratterizzato da precarietà, subappalti a cascata, violazioni dei contratti collettivi e compressione di costi e diritti.






