Firenze, 29 novembre 2025 – Un episodio di violenza ha scosso la sede torinese del quotidiano La Stampa, suscitando reazioni immediate da parte della comunità religiosa e civile. L’imam di Firenze, Izzedin Elzir, ha condannato fermamente l’assalto alla redazione, sottolineando che la violenza non rappresenta una soluzione e non aiuta la causa palestinese.
L’appello dell’imam di Firenze: “La violenza non serve”

Durante la manifestazione regionale per la Palestina, Izzedin Elzir ha espresso solidarietà al quotidiano torinese e ha ribadito l’importanza di utilizzare strumenti adeguati per sostenere la causa palestinese. “La causa palestinese è una questione giusta ed ha bisogno degli strumenti giusti. Non abbiamo bisogno della violenza, non abbiamo bisogno di assaltare la sede di un giornale, a prescindere dell’opinione politica che uno può avere o non avere”, ha dichiarato.
Elzir ha inoltre sottolineato che “qualunque azione che può danneggiare la libertà, in particolare la libertà di parola, non è mai positiva”. L’imam ha ricordato il valore del dialogo e della non violenza, evidenziando come “arrabbiarsi fa bene, ma non dobbiamo incitare all’odio”. Ha portato la sua solidarietà anche all’imam di Torino, Mohamed Shanin, figura impegnata da vent’anni nel promuovere il dialogo e il confronto interreligioso, attualmente al centro di una controversia legata a un provvedimento di espulsione.
Un impegno per il dialogo interreligioso e la convivenza
Izzedin Elzir, originario di Hebron e residente in Italia dal 1991, è una figura di riferimento per la comunità islamica di Firenze, che conta circa 30mila persone. Imam dal 2001, Elzir è stato Presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII) dal 2010 al 2018 e attualmente presiede la Scuola Fiorentina di Alta Formazione per il Dialogo Interreligioso e Interculturale. Il suo impegno è volto a favorire la conoscenza e il rispetto reciproco in un paese sempre più multiculturale.
Elzir ha raccontato la sua esperienza personale, arrivando in Italia con l’intenzione di studiare moda e trovando un ambiente di dialogo e integrazione che ha coltivato negli anni. La sua attività di imam è infatti paragonata più a quella di un rabbino, con una forte vocazione alla comunità e alla famiglia, mantenendo anche un lavoro nel settore dell’abbigliamento in pelle.
L’imam ha infine richiamato l’attenzione sul fatto che “tanti discorsi di certa politica sono più pericolosi” rispetto a episodi come quello dell’assalto a La Stampa, ribadendo la necessità di mantenere un clima di rispetto e dialogo.
In parallelo, resta alta l’attenzione sul caso di Mohamed Shanin, imam di Torino, al centro di proteste e mobilitazioni dopo il decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno. Shanin, da 21 anni in Italia, è noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso e nella lotta contro lo spaccio nel quartiere San Salvario. Le comunità locali e diverse associazioni chiedono il suo rilascio, sottolineando il rischio di persecuzione in Egitto qualora venisse rimpatriato.
Fonte: Emanuele De Lucia - Assalto a redazione La Stampa, imam di Firenze: "Violenza non aiuta causa palestinese"






