Mentre oggi il trasporto pubblico in molte città italiane è paralizzato da uno sciopero che coinvolge treni, autobus e metropolitane, la CGIL ha confermato un altro sciopero generale per venerdì 12 dicembre, in opposizione alle misure della legge di bilancio. Questi appuntamenti evidenziano una consuetudine consolidata nel panorama sindacale italiano: la scelta del venerdì come giorno prediletto per le agitazioni. Questa decisione continua a suscitare dibattiti tra chi la interpreta come un tentativo di “allungare il weekend” e chi, invece, sottolinea che si tratta di una strategia calibrata per ottenere il massimo impatto.
La strategia sindacale dietro la scelta del venerdì
La frequenza degli scioperi del venerdì, soprattutto nel settore dei trasporti pubblici, non è frutto di un semplice desiderio di pausa anticipata, ma di una scelta strategica ben ponderata. Gli addetti ai lavori, come autisti, macchinisti e operatori di reti urbane e ferroviarie, lavorano regolarmente anche durante il weekend, spesso con turni che coprono sabato, domenica e notti. Perciò, l’ipotesi che il venerdì rappresenti un “riposo anticipato” non regge, soprattutto considerando che durante gli scioperi vengono comunque garantite le prestazioni minime obbligatorie per legge.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti conferma che gli scioperi nei servizi pubblici essenziali sono spesso programmati di venerdì, sfruttando la vicinanza al weekend per amplificare la visibilità e rendere più percepibili i disagi agli occhi di pendolari e cittadini. Il venerdì è un giorno caratterizzato da un elevato numero di spostamenti per lavoro, scuola e turismo, pertanto la sospensione dei servizi genera un impatto immediato e tangibile, aumentando la pressione sulle controparti istituzionali e aziendali.
Impatto e adesione: i fattori decisivi
La scelta del venerdì nasce anche dalla volontà di massimizzare l’adesione allo sciopero. Le organizzazioni sindacali considerano questo giorno un punto di equilibrio ideale: si colloca alla fine della settimana lavorativa e precede il weekend, momenti in cui traffico e domanda di trasporto sono al loro picco. Inoltre, uno sciopero fissato di venerdì tende a coinvolgere anche i lavoratori meno convinti, rafforzando così la compattezza della categoria e aumentando il potere negoziale complessivo.
L’obiettivo dichiarato delle organizzazioni come la CGIL, la più rappresentativa confederazione sindacale italiana con oltre 5 milioni di iscritti nel 2024, non è creare disservizi, ma attirare l’attenzione sui temi urgenti: condizioni di lavoro, sicurezza, salari e rinnovi contrattuali. In questo senso, il venerdì diventa una leva tattica fondamentale per spingere le controparti a sedersi ai tavoli di confronto, con risultati spesso più rapidi rispetto a proteste svolte in altri giorni della settimana.
Normative e garanzie per il diritto di sciopero
Ogni sciopero nei servizi pubblici deve rispettare le norme stabilite dalla legge n. 146 del 1990 e dalla Commissione di Garanzia, che regolano tempi di preavviso, modalità di comunicazione e obbligo di garantire servizi minimi, soprattutto nelle fasce orarie di maggiore affluenza. Questi vincoli sono volti a tutelare il diritto alla mobilità dei cittadini, bilanciando così diritto di sciopero e interesse pubblico.
La concentrazione delle agitazioni tra novembre e dicembre, come confermato dall’annuncio della CGIL per il 12 dicembre, è inoltre legata alla fase di confronto sul bilancio e sulla legge di stabilità, momenti in cui le rivendicazioni sindacali assumono un rilievo politico e mediatico particolarmente elevato.
Parallelamente, altre sigle sindacali come l’Unione Sindacale di Base (USB) hanno programmato uno sciopero generale per venerdì 28 novembre, focalizzando la protesta sulle richieste di aumento salariale e opponendosi alla manovra economica e al riarmo militare. USB ha inoltre promosso una mobilitazione nazionale per il 29 novembre a Roma, rilanciando così un autunno di mobilitazioni che conferma la strategicità dei venerdì come momenti di massima efficacia per le proteste sindacali.






