Città del Vaticano, 12 settembre 2025 – Nel corso del suo recente discorso rivolto ai vescovi di nuova nomina, Papa Leone XIV ha affrontato con fermezza il delicato tema degli abusi sessuali commessi dal clero, sottolineando che tali comportamenti non possono essere ignorati o nascosti, ma devono essere affrontati con senso di misericordia e giustizia, a tutela sia delle vittime sia degli accusati. I passaggi del discorso, divulgati oggi dalla Sala Stampa Vaticana, delineano le sfide e le responsabilità che attendono i nuovi pastori nel loro ministero, con un richiamo alla necessità di mantenere un rapporto autentico con Dio e con il mondo contemporaneo.
Le sfide del ministero episcopale e la necessità di vicinanza al popolo
Papa Leone XIV ha ricordato ai vescovi come il loro incarico sia accompagnato da sentimenti quali paura, senso di indegnità e aspettative diverse rispetto alla propria vocazione precedente alla chiamata episcopale. Per fronteggiare queste difficoltà, ha invitato a restare vicini al Signore attraverso la preghiera e a rinnovare il contatto con il mondo, per rispondere alle domande profonde che uomini e donne si pongono oggi sul senso della vita e del male.
Nel suo discorso, il Pontefice ha anche esortato i nuovi vescovi a non lasciarsi intimorire dalle prime difficoltà, ma a essere pastori vicini alla gente e ai presbiteri, misericordiosi e al contempo fermi, specialmente nell’esercizio del giudizio. La capacità di ascolto e dialogo, più che la mera predicazione, è stata indicata come qualità essenziale per costruire ponti tra le persone e le comunità.
Abusi del clero: un problema da affrontare
Il tema degli abusi sessuali nel clero è stato uno dei punti centrali del discorso di Papa Leone XIV. Il Pontefice ha sottolineato con chiarezza che i comportamenti inappropriati dei sacerdoti non possono essere “messi in un cassetto” o ignorati, ma devono essere affrontati con rigore, applicando una giustizia vera e misericordiosa. La necessità di collaborazione con le autorità civili e di trasparenza emerge come un imperativo per la Chiesa, che deve prendersi cura delle vittime e al contempo garantire il giusto processo agli accusati.
Questa posizione si inserisce in un contesto internazionale di crescente attenzione e impegno della Chiesa cattolica per contrastare la pedofilia e gli abusi sessuali che hanno segnato la storia recente, con scandali emersi soprattutto a partire dai primi anni 2000 e approfonditi anche con studi scientifici e iniziative pastorali. Papa Leone XIV ha ribadito che la Chiesa deve farsi carico di queste ferite per promuovere un autentico rinnovamento e una guarigione comunitaria.
Nel discorso è stata inoltre evidenziata l’importanza della formazione nei seminari, con particolare attenzione alla preparazione umana, morale e spirituale dei futuri sacerdoti, e la valorizzazione del ruolo dei laici, soprattutto di quelli impegnati nei movimenti missionari, come risorsa vitale per la Chiesa locale.
La Chiesa di fronte alle sfide contemporanee
Oltre agli abusi, Papa Leone XIV ha affrontato altri temi cruciali per la vita della Chiesa e della società contemporanea. Tra questi, il richiamo alla promozione della pastorale ambientale in occasione del decimo anniversario dell’Enciclica Laudato Si’, sottolineando che la Chiesa sarà presente su questo fronte senza mescolare questioni contrarie alla sua antropologia.
Il Pontefice ha infine invitato i nuovi vescovi a rafforzare il dialogo interreligioso, soprattutto in territori dove i cristiani sono minoranza, e a servire la pace con un atteggiamento disarmato e costruttivo. Ha posto l’accento sulla condivisione delle difficoltà globali e sul valore di una presenza episcopale vicina alla sofferenza, con particolare attenzione alle domande spirituali dei giovani, che spesso non trovano risposta né nel mondo virtuale né nelle forme tradizionali di vita parrocchiale.
Attraverso questo discorso, Papa Leone XIV ha delineato una visione pastorale che coniuga fermezza e misericordia, dialogo e responsabilità, invitando i nuovi vescovi a essere veri costruttori di ponti e testimoni credibili dell’amore e della giustizia cristiana.



