Torino, 14 luglio 2025 – Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Piemonte ha disposto la ripetizione dell’esame di abilitazione alla professione forense per una giovane aspirante avvocata. Il Tar ha infatti rigettato la valutazione basata esclusivamente su un giudizio numerico.
Allieva avvocata bocciata all’esame: la decisione del Tar Piemonte
L’aspirante avvocata aveva sostenuto l’esame scritto a Firenze, ricevendo dalla sottocommissione un voto di 15 su 30, risultato insufficiente per accedere alla prova orale. Tuttavia, il Tar ha evidenziato che un semplice punteggio numerico non è sufficiente per giustificare una bocciatura. Il tutto considerando i nuovi criteri di valutazione adottati dalla commissione presso il Ministero della Giustizia a dicembre 2024. Nell’ordinanza si sottolinea come il voto numerico non consenta di individuare con precisione le lacune della candidata. E’ quindi necessario un giudizio più articolato e motivato. Invece di disporre una ripetizione immediata della prova, il Tar ha ordinato che l’elaborato venga riesaminato in forma anonima dalla sottocommissione di Palermo. Questo al fine di una rivalutazione più dettagliata e motivata.
Nuovi criteri di valutazione e ruolo del Ministero della Giustizia
I criteri di valutazione introdotti nel dicembre 2024 per l’esame di abilitazione alla professione di avvocato mirano a garantire una valutazione più trasparente e dettagliata degli esami di abilitazione, andando oltre la mera attribuzione di un punteggio. Questa novità riflette l’impegno del Ministero della Giustizia nel migliorare la qualità della selezione dei futuri professionisti forensi, assicurando che ogni candidato venga valutato secondo parametri più completi e giustificabili.
Il caso della giovane aspirante avvocata piemontese rappresenta un esempio concreto dell’applicazione di tali standard, confermando come la semplice quantificazione numerica non possa sostituire una valutazione qualitativa approfondita.
Un principio fondamentale per l’accesso alla professione forense
La decisione è stata supportata dall’assistenza degli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda Riolo dello studio legale Leone-Fell & C. Secondo gli avvocati, questa ordinanza “riconosce un principio fondamentale: il giudizio espresso in sede di esame deve essere tracciabile, motivato e aderente ai criteri stabiliti”. Non è accettabile – sottolineano – che la sorte di un candidato venga decisa con un semplice numero senza che siano esplicitate le ragioni del giudizio.






