Milano, 6 novembre 2025 – Il Tribunale di Milano ha acceso una vera e propria ipoteca di incostituzionalità sul decreto legge emanato dal governo Meloni, quello che avrebbe dovuto mettere la Fondazione Milano-Cortina 2026 – e dunque l’organizzazione delle Olimpiadi invernali che inizieranno tra meno di cento giorni – al riparo dalle indagini in corso per turbativa d’asta. La giudice delle indagini preliminari, Patrizia Nobile, ha infatti deciso di rimettere alla Corte Costituzionale la valutazione sulla legittimità del decreto legge dell’estate 2024, come già richiesto lo scorso luglio dai pubblici ministeri.
Fondazione Milano-Cortina: ente di diritto privato o no?
Il decreto in questione aveva attribuito alla Fondazione Milano-Cortina lo status di “ente di diritto privato“, con la conseguenza giuridica che i magistrati sarebbero stati costretti ad archiviare due procedimenti per turbativa d’asta. Tale qualificazione avrebbe infatti escluso la possibilità di configurare reati che presuppongono l’appartenenza alla sfera del diritto pubblico.
La Procura di Milano, guidata dai pm Siciliano, Cajani e Gobbis, aveva formulato una richiesta “a due vie”: in via principale, sollevare la questione di incostituzionalità del decreto; in subordine, nel caso in cui la gip avesse ritenuto infondata tale richiesta, archiviare allora i fascicoli. Si trattava dei procedimenti a carico dell’ex amministratore delegato della Fondazione, Vincenzo Novari, e dell’ex dirigente Massimiliano Zuco, indagati per la gara del marzo 2021 da 1,9 milioni di euro assegnata alla società Vetrya dell’imprenditore Luca Tomassini, anch’egli indagato. Un secondo fascicolo riguarda invece la gara del 29 giugno 2023, aggiudicata a Deloitte Consulting srl, per la quale risultano indagati Marco Moretti (successore di Zuco), Daniele Corvasce (procuratore nominato da Novari), e per Deloitte, Claudio Colmegna e Luigi Onorato.
Con la decisione della gip, entrambi i procedimenti restano sospesi in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, che verosimilmente arriverà solo diversi mesi dopo lo svolgimento dei Giochi olimpici.

Indagini per turbativa d’asta e il decreto legge
Il decreto legge dell’11 giugno 2024 – formalmente dedicato alla “ricostruzione post-calamità” – aveva un obiettivo di fatto ben diverso e ampiamente riconosciuto: disinnescare l’inchiesta milanese che, secondo il governo e il comitato organizzatore, rischiava di paralizzare la struttura interna della Fondazione Milano-Cortina, rallentare la stipula dei contratti e compromettere l’intero evento olimpico. Nel testo, il governo precisava che la legge istitutiva della Fondazione del 2020 andava “intesa nel senso che le attività della Fondazione non sono disciplinate da norme di diritto pubblico, che la Fondazione non riveste la qualifica di organismo di diritto pubblico, ed opera sul mercato in condizioni di concorrenza e secondo criteri imprenditoriali“.
Da questa formulazione derivava una conseguenza diretta: se la Fondazione non è un organismo di diritto pubblico, non può configurarsi il reato di turbativa d’asta. La Procura di Milano ha però contestato aspramente il provvedimento, ritenendo che mancassero i presupposti di “necessità e urgenza“, che vi fosse un difetto di “omogeneità” rispetto alla materia trattata – la ricostruzione post-calamità – e che si configurasse un’indebita ingerenza del potere esecutivo nelle indagini giudiziarie. In sostanza, secondo i pm, il governo avrebbe creato una “zona franca” con ripercussioni dirette sull’attività investigativa.
Ma come un ente può essere qualificato come di diritto pubblico
Dal punto di vista giuridico, un ente è qualificato come di diritto pubblico solo se possiede tre requisiti contemporaneamente: la nomina pubblica degli organi direttivi, la finalità di interesse generale e l’assenza di un effettivo rischio d’impresa. Secondo la Procura, la Fondazione Milano-Cortina 2026 soddisfa tutti e tre i criteri.
Il primo requisito è pacifico, poiché tutti gli organi di vertice sono di nomina pubblica: Presidenza del Consiglio, Regioni Lombardia e Veneto, Province autonome di Trento e Bolzano, Comuni di Milano e Cortina, oltre a Coni e Comitato Paralimpico. Il secondo è altrettanto evidente, dal momento che la Fondazione è stata creata per perseguire un obiettivo di interesse pubblico e di rilevanza generale.
La questione centrale riguarda invece il terzo requisito, quello relativo al rischio d’impresa. Il governo, sostenuto dall’Avvocatura dello Stato, ha citato come precedente la decisione del Tar Piemonte del 2004 sulle Olimpiadi di Torino 2006, che aveva escluso la natura pubblica del comitato organizzatore. Tuttavia, secondo i magistrati milanesi e anche secondo l’Autorità nazionale anticorruzione, la situazione attuale presenta un elemento di differenza decisivo: nel caso della Fondazione Milano-Cortina, esiste una garanzia pubblica illimitata a copertura di eventuali deficit.

Con bilancio in perdita debitori finali saranno Stato e enti territoriali
In altre parole, qualora il bilancio finale dovesse chiudersi in perdita, sarebbero gli enti territoriali membri – e in ultima istanza lo Stato – a farsi carico del disavanzo. La Corte dei Conti, nel suo rapporto sull’esercizio 2023, ha già registrato un deficit patrimoniale in crescita, pari a 107 milioni di euro, sottolineando che, in mancanza di introiti sufficienti dal mercato, “i debitori finali saranno lo Stato e gli enti territoriali“.
Per la Procura, questa garanzia elimina ogni reale esposizione al rischio economico, escludendo che la Fondazione possa operare come un soggetto imprenditoriale in concorrenza sul mercato. Di conseguenza, non può essere considerata un ente di diritto privato, ma rientra a pieno titolo nella categoria degli organismi di diritto pubblico.
Spetterà ora alla Corte Costituzionale pronunciarsi su questa complessa vicenda, dalla quale dipende non solo l’esito delle indagini milanesi, ma anche un principio cruciale di equilibrio tra potere legislativo e giurisdizionale.
La posizione di Palazzo Chigi
Fonti ufficiali di Palazzo Chigi hanno espresso una chiara posizione di serenità e fiducia rispetto a questo iter giudiziario. L’esecutivo ha rassicurato che il percorso avviato è conforme alle norme e che si attende con rispetto l’esito della pronuncia della Corte, considerata l’organo di garanzia fondamentale per la tutela della Costituzione e delle leggi italiane. Il governo, infatti, ha da tempo messo in atto tutte le basi giuridiche e organizzative necessarie per assicurare il buon esito dell’evento olimpico, che rappresenta una sfida di portata internazionale per il nostro Paese.
L’impegno per la trasparenza e la riuscita dell’evento
Palazzo Chigi sottolinea che l’obiettivo primario è garantire la massima trasparenza e un’efficace gestione delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali, riconoscendo l’evento come un’occasione strategica che conferirà prestigio all’Italia. L’organizzazione si fonda su un quadro normativo rispettoso sia della normativa nazionale sia di quella europea, con l’intento di assicurare che i Giochi si svolgano nel pieno rispetto delle regole.
Resta alta l’attenzione sulle evoluzioni legislative e giudiziarie legate a questo importante appuntamento sportivo, monitorato da vicino da istituzioni e cittadini, in vista dell’avvio ufficiale delle competizioni previsto per il prossimo febbraio.






