Bologna, 25 ottobre 2025 – Alì Haider, fratello di Saman Abbas, ha avviato tramite i suoi legali le azioni esecutive di pignoramento sui beni di tutti i cinque parenti imputati e condannati in appello per l’omicidio della sorella, tra cui i genitori, al fine di ottenere il risarcimento di una provvisionale di 50mila euro riconosciutagli dalla Corte d’Appello. La giovane 18enne di origini pakistane fu assassinata nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Il suo corpo venne rinvenuto sepolto in un casolare solo un anno e mezzo dopo.
I beni pignorati ai parenti di Saman Abbas
Il fratello di Saman, parte civile nel processo e testimone chiave dell’accusa, aveva visto la sua testimonianza inizialmente scartata in primo grado, mentre la Corte d’Appello ha riconosciuto la coerenza della sua ricostruzione, sottolineandone l’estraneità al piano criminoso. Tra i beni sottoposti a pignoramento figura anche una somma depositata sul conto corrente del padre, Shabbar Abbas, detenuto nel carcere di Modena dove svolge lavori a turno; nella stessa struttura si trova ora anche la madre di Saman, Nazia Shaheen.
La sentenza di Appello ha condannato all’ergastolo i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, e i due cugini, Noman Ulhaq e Ikram Ijaz, condannati anch’essi all’ergastolo dopo essere stati assolti in primo grado. Lo zio, Danish Hasnain, ha ricevuto una pena di 22 anni, superiore ai 14 anni inflitti in primo grado.
Ricorsi in Cassazione e tensioni in carcere
I condannati hanno già avviato i ricorsi in Cassazione: padre, madre e zio hanno depositato i loro atti, mentre i due cugini seguiranno a breve. Le difese contestano principalmente la mancata perizia sul video che mostra gli ultimi momenti di vita di Saman e l’aggravante della premeditazione, ritenuta fondamentale per sostenere la responsabilità dei cugini.
Dal carcere, Shabbar Abbas ha lanciato accuse contro lo zio Danish Hasnain, invitandolo a “dire la verità” sull’omicidio, mentre gli avvocati dei cugini assolti hanno definito le sue dichiarazioni prive di riscontri e contraddette dalle evidenze processuali. Le tensioni all’interno della famiglia continuano a manifestarsi anche nelle aule giudiziarie, mentre si attende l’esito della Suprema Corte.

