Ibiza, 25 luglio 2025 – La tragica morte della 36enne bresciana Francesca Ariazzi, avvenuta lo scorso 19 luglio sull’isola di Ibiza, ha riacceso l’attenzione sui tempi e sulle modalità dei soccorsi sanitari nell’arcipelago delle Baleari. La donna, impiegata di banca, ha avuto un malore improvviso mentre si trovava nel porto poco prima di imbarcarsi sul traghetto diretto a Formentera. La donna è deceduta dopo cinque giorni di ricovero in rianimazione.
Soccorsi a Ibiza: i tempi ufficiali e la dinamica dell’intervento
Secondo la versione ufficiale fornita dai servizi sanitari delle Baleari, il centralino per le emergenze ha ricevuto la prima chiamata segnalando una persona colta da convulsioni nel porto di Ibiza. L’ambulanza di primo intervento, dotata di supporto vitale di base, è partita immediatamente, impiegando 13 minuti per arrivare sul posto. Tuttavia, un minuto prima dell’arrivo, è stata lanciata una seconda chiamata per un’emergenza più grave: la donna non respirava più. A quel punto è stato attivato un protocollo di massima priorità per arresto cardiorespiratorio e una seconda ambulanza, questa volta con supporto vitale avanzato, ha raggiunto la zona in soli 4 minuti, integrandosi con il primo mezzo già presente.
Francesca è stata quindi trasportata con urgenza all’ospedale di Ibiza, dove è stata ricoverata in terapia intensiva. Nonostante le cure, dopo cinque giorni di agonia la 36enne è deceduta in ospedale.
La famiglia e la cremazione: il rientro in Italia
La famiglia di Francesca Ariazzi ha deciso che la sua salma sarà cremata a Ibiza domani, prima del rimpatrio in Italia. Si attende la documentazione ufficiale dal consolato di Barcellona per organizzare il trasferimento della salma a Brescia, sua città d’origine. La donna era in vacanza con alcune amiche e stava per concludere il soggiorno sull’isola, quando è stata colta dal malore fatale. Il caso di Francesca ha suscitato riflessioni sulla gestione delle emergenze sanitarie in un contesto turistico molto frequentato.






