Genova, 1 ottobre 2025 – Un allarme preoccupante si sta diffondendo tra le fasce più giovani della popolazione italiana: l’uso dilagante di crack e di benzodiazepine tra gli studenti. Queste sostanze stanno diventando tristemente protagoniste di un fenomeno in crescita, con dati recenti che evidenziano un incremento vertiginoso nei sequestri e negli arresti, soprattutto tra i giovanissimi.
Cresce l’allarme per il consumo di crack tra i giovani
Secondo le ultime rilevazioni del report 2024 della Direzione centrale per i servizi antidroga, gli arresti legati al crack sono aumentati dell’87% tra i giovani, un dato drammatico che contrasta con il trend in calo di altre sostanze stupefacenti. Il crack, derivato dalla cocaina, è una droga che si ottiene con pochi grammi di cocaina trasformati in cristalli. Questa sostanza ha un effetto devastante: la dipendenza si instaura già dalla prima fumata, poiché gli effetti sono intensi ma di breve durata, spingendo così i consumatori a ripetere l’assunzione più volte al giorno.
Parallelamente, cresce anche l’uso di benzodiazepine tra gli studenti, spesso utilizzate in modo improprio per migliorare le prestazioni scolastiche o per gestire ansia e stress. Questi farmaci, se non prescritti e utilizzati sotto controllo medico, possono portare a gravi rischi di dipendenza e a effetti collaterali importanti.

La cocaina e il crack: una storia di pericolo e dipendenza
La cocaina è un alcaloide estratto dalle foglie di Erythroxylum coca, pianta originaria del Sud America, e agisce come potente stimolante del sistema nervoso centrale. Storicamente, la cocaina è stata utilizzata anche a scopi medici, ma oggi è una sostanza illegale e uno degli stupefacenti più diffusi a livello mondiale, seconda solo alla cannabis.
Il crack è una forma di cocaina che si fuma, ottenuta tramite un processo chimico che permette di creare cristalli più economici e con un effetto immediato e intenso. Questa variante è particolarmente pericolosa perché induce una forte e rapida dipendenza. Negli anni Ottanta, il crack ha causato una vera e propria epidemia negli Stati Uniti, con conseguenze sociali e sanitarie devastanti. Oggi la sua diffusione è in aumento anche in Italia, soprattutto tra i giovani.
Le implicazioni legali e sanitarie
L’aumento degli arresti legati al crack segnala anche un’intensificazione dell’attività di controllo da parte delle forze dell’ordine. In Italia, chi viene trovato in possesso o coinvolto nella distribuzione di queste sostanze rischia misure restrittive come gli arresti domiciliari, previsti dal codice di procedura penale per garantire la custodia cautelare dell’imputato. La legge italiana stabilisce limiti precisi per queste misure, che possono includere divieti di comunicazione e obblighi di permanenza in casa, ma anche autorizzazioni temporanee per esigenze lavorative o di cura.
Sul fronte sanitario, la dipendenza da crack e benzodiazepine richiede interventi specifici di prevenzione, cura e supporto psicologico, soprattutto rivolti alle fasce più giovani della popolazione. L’attenzione delle autorità sanitarie e delle istituzioni scolastiche è fondamentale per contrastare questa emergenza.
Il dato di fatto è che la diffusione di queste sostanze rappresenta una sfida complessa che coinvolge aspetti di salute pubblica, sicurezza e responsabilità sociale. La prevenzione, l’educazione e il sostegno ai giovani sono strumenti indispensabili per arginare questa pericolosa tendenza.






