È stata eseguita oggi a Palermo l’autopsia su Aurora Maniscalco, la giovane hostess palermitana morta a Vienna: tutti i dettagli
È stata eseguita oggi all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo l’autopsia su Aurora Maniscalco, la giovane hostess palermitana morta a Vienna dopo essere precipitata dal terzo piano di un edificio nel quartiere Brigittenau. L’esame, disposto dalla Procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta per istigazione al suicidio che vede indagato il fidanzato della 24enne, Elio Bargione, ha confermato che non sono state riscontrate lesioni diverse da quelle provocate dalla caduta.
Dettagli sull’autopsia dell’hostess morta a Vienna e indagine
L’autopsia, attesa da giorni dopo il rifiuto della magistratura viennese di eseguirla, rappresenta un atto irripetibile nell’indagine coordinata dalla Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia. I medici legali, oltre all’esame esterno e interno, hanno eseguito anche test radiologici e prelevato campioni per analisi tossicologiche e istologiche che potrebbero fornire ulteriori elementi utili a chiarire le cause del decesso. L’esito di tali accertamenti è atteso nelle prossime settimane.
L’indagine ha iscritto nel registro degli indagati il fidanzato Elio Bargione, assistente di volo e musicista jazz, come atto dovuto per consentire la sua difesa e la nomina di consulenti tecnici. Bargione ha riferito agli inquirenti di aver assistito a una lite con Aurora e di averla vista lanciarsi dal balcone, versione tuttora contestata dalla famiglia della giovane, che non crede al suicidio.
Giallo a Vienna: la versione del fidanzato e le contestazioni della famiglia
Aurora Maniscalco lavorava da tre anni come hostess per la compagnia Lauda Air e viveva a Vienna da diversi anni. La sera della tragedia, secondo il racconto del fidanzato, i due avrebbero avuto una discussione animata prima che lei si gettasse nel vuoto. Testimoni oculari presenti sul posto avrebbero confermato di aver visto la giovane correre verso il balcone prima di cadere.
Tuttavia, la famiglia di Aurora ha sempre respinto con fermezza l’ipotesi del suicidio, sottolineando che la ragazza non mostrava segni di depressione né aveva motivi apparenti per togliersi la vita. Gli esami tossicologici effettuati in Austria hanno escluso la presenza di alcol o sostanze stupefacenti nel suo organismo. I parenti hanno inoltre presentato denunce alle procure di Palermo e Vienna, chiedendo il sequestro dell’abitazione, della salma e dei dispositivi elettronici di Aurora, tra cui il cellulare, non analizzati inizialmente dalle autorità austriache.
L’avvocato Alberto Raffadale, che assiste la famiglia, ha evidenziato alcune incongruenze nelle indagini, tra cui il ritardo con cui Bargione avrebbe avvertito i genitori di Aurora e la mancata acquisizione immediata della casa e dei dispositivi digitali. La salma, dopo l’autopsia, sarà trasferita alla Procura di Roma, competente per i reati commessi all’estero da cittadini italiani, per ulteriori valutazioni e sviluppi investigativi.






