Roma, 26 agosto 2025 – La vicenda degli audio di Raoul Bova diffusi da Fabrizio Corona continua a suscitare clamore nel mondo dello spettacolo e dei media digitali. Nonostante le richieste di rimozione da parte dell’attore romano, è stato Google a intervenire oscurando il contenuto controverso, segnando un nuovo capitolo nella gestione della privacy online e nella tutela dei diritti personali nell’era digitale.
Fabrizio Corona e la gestione degli audio di Raoul Bova
Fabrizio Corona, noto personaggio televisivo e imprenditore con una lunga storia di controversie legali, ha scelto di non rimuovere autonomamente gli audio di Raoul Bova che lo vedono protagonista. Tali registrazioni, pubblicate sulla rete, contengono conversazioni private che hanno messo in difficoltà l’attore. Nonostante le pressioni e le richieste formali, Corona ha mantenuto una posizione di fermezza, lasciando che fosse la piattaforma di Google a intervenire direttamente mediante l’oscuramento del materiale, in conformità alle normative vigenti sulla privacy e il diritto all’oblio.
Il ruolo di Google nell’oscuramento dei contenuti
L’intervento di Google rappresenta un esempio significativo di come i colossi del web stiano assumendo un ruolo sempre più attivo nella regolamentazione dei contenuti diffusi online. L’oscuramento degli audio di Raoul Bova si inserisce nel più ampio contesto delle responsabilità dei provider digitali di fronte a contenuti sensibili o lesivi della privacy delle persone. Nel caso specifico, la decisione è stata presa in seguito a un’analisi approfondita delle richieste di rimozione e delle normative europee e italiane in materia di tutela dei dati personali.
La questione degli audio diffusi da Corona rappresenta quindi un delicato punto d’incontro tra la privacy di un personaggio pubblico, il diritto all’informazione e il potere delle piattaforme digitali nel regolamentare i contenuti online.






