Napoli, 16 settembre 2025 – Un presidio si è svolto oggi in piazza Plebiscito, davanti alla Prefettura di Napoli, a sostegno dei lavoratori precari della giustizia in occasione dello sciopero nazionale indetto dalla Funzione Pubblica Cgil. La mobilitazione ha visto la partecipazione di circa 12mila operatori, tra data entry, funzionari tecnici e addetti all’ufficio per il processo assunti a tempo determinato tramite fondi del Pnrr.
La situazione dei lavoratori precari della giustizia in Campania

In Campania sono oltre duemila i lavoratori interessati da questa crisi occupazionale, come spiegato da Rosanna Ferreri, segretaria della Fp Cgil Napoli e Campania. I contratti di questi operatori, inizialmente biennali e poi prorogati di un anno, scadranno il 30 giugno 2026 senza alcuna certezza di rinnovo o stabilizzazione. “Questi lavoratori rappresentano un supporto indispensabile per magistrati e uffici giudiziari, ma oggi non hanno alcuna prospettiva”, ha sottolineato Ferreri.
La presenza di queste figure professionali, assunte a partire da febbraio 2022, è stata fondamentale per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario, contribuendo a una significativa riduzione dei tempi della giustizia. Tuttavia, secondo la Cgil, le risorse attualmente disponibili permetterebbero la stabilizzazione solo di 3mila unità, con un impegno a finanziare ulteriori 3mila contratti. Rimangono così a rischio circa 9mila lavoratori, una situazione che desta preoccupazione sul futuro del comparto.
La richiesta di stabilità e programmazione
Dal presidio si alza forte la voce di chi rappresenta questi lavoratori. Michela Picciocchi, Rsu del tribunale di Napoli, ha evidenziato come non sia accettabile che professionalità ormai formate e indispensabili vengano disperse per mancanza di programmazione. La richiesta principale è dunque la stabilizzazione degli operatori, per garantire continuità e qualità al servizio giudiziario.
La mobilitazione di oggi rappresenta una chiamata d’attenzione rivolta alle istituzioni affinché si trovino soluzioni concrete e durature. Senza un impegno chiaro e risorse adeguate, il rischio è quello di perdere un patrimonio di competenze prezioso per il funzionamento della giustizia italiana.






