Città del Vaticano, 21 giugno 2025 – Nel contesto del Giubileo dei Governanti e degli Amministratori, Papa Leone XIV ha rivolto un appello ai politici riuniti in udienza, sottolineando l’importanza di un utilizzo dell’intelligenza artificiale che non metta a rischio i valori fondamentali della persona. Nel suo discorso, il Pontefice ha evidenziato come la sfida tecnologica richieda una riflessione attenta e uno sguardo lungimirante per garantire che l’innovazione serva al bene della società senza compromettere identità, dignità e libertà.
L’appello di Papa Francesco sull’IA
Papa Leone XIV ha spiegato che l’intelligenza artificiale rappresenta un grande progresso per la civiltà, ma il suo impiego deve essere guidato da principi etici che tutelino la natura umana. “Si tratta di uno sviluppo che certamente sarà di valido aiuto alla società, nella misura in cui, però, il suo utilizzo non porti a intaccare l’identità e la dignità della persona umana e le sue libertà fondamentali”, ha affermato. Il Papa ha insistito sul fatto che l’intelligenza artificiale debba rimanere uno strumento per il bene dell’essere umano, e non un mezzo per sminuirlo o per definirne la sconfitta.
Nel suo intervento, Leone XIV ha inoltre sottolineato la differenza sostanziale tra la memoria statica delle macchine e la creatività umana, capace di unire passato, presente e futuro in una ricerca di senso ricca di implicazioni etiche ed esistenziali. “La vita personale vale molto più di un algoritmo e le relazioni sociali necessitano di spazi umani ben superiori agli schemi limitati che qualsiasi macchina senz’anima possa preconfezionare”, ha dichiarato con fermezza.
L’appello del Papa si rivolge anche alla politica: “La politica non può ignorare una provocazione di questa portata”, ha detto, invitando i governanti a rispondere con responsabilità alle aspettative dei cittadini, che guardano con fiducia ma anche con preoccupazione alle sfide della cultura digitale.
Papa Leone XIV: “La legge naturale è la bussola”
Nel corso dell’udienza, Papa Leone XIV ha ricordato anche l’importanza della legge naturale come guida universale e stabile per l’azione politica e legislativa, soprattutto in relazione alle questioni etiche contemporanee che coinvolgono profondamente la sfera intima della persona. “La legge naturale, universalmente valida al di là e al di sopra di altre convinzioni di carattere più opinabile, costituisce la bussola con cui orientarsi nel legiferare e nell’agire”, ha spiegato.
Il Pontefice ha inoltre richiamato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 come patrimonio culturale dell’umanità che pone la persona umana, nella sua integralità inviolabile, al centro della ricerca della verità e della dignità. Questo riferimento sottolinea la necessità di rispettare la coscienza e l’intimità di ogni individuo, elementi imprescindibili per una società giusta e umana.
Libertà religiosa e dialogo interreligioso
Un altro tema centrale del discorso di Leone XIV è stato quello della libertà religiosa e del dialogo tra le fedi. Ha affermato che l’azione politica può e deve promuovere le condizioni perché si realizzi una libertà religiosa effettiva e un incontro rispettoso e costruttivo tra le diverse comunità religiose. “Credere in Dio, con i valori positivi che ne derivano, è nella vita dei singoli e delle comunità una fonte immensa di bene e di verità”, ha aggiunto.
Il Papa ha invitato a non escludere a priori la considerazione del trascendente nei processi decisionali, ma a cercare in esso ciò che accomuna tutti, riconoscendo la legge naturale come riferimento imprescindibile, non scritta da mani d’uomo, ma valida universalmente e in ogni tempo.
Impegno contro povertà e disuguaglianze
Durante l’udienza, Leone XIV ha espresso anche un forte richiamo a combattere la povertà e le disuguaglianze. Ha sottolineato come la sproporzione tra ricchezza e povertà generi ingiustizia, violenza e, in ultima analisi, guerra. “Una buona azione politica, favorendo l’equa distribuzione delle risorse, può offrire un efficace servizio all’armonia e alla pace sia a livello sociale che internazionale”, ha detto il Pontefice, invitando i governanti a promuovere il bene della comunità, specialmente in difesa dei più deboli ed emarginati.
L’udienza ha rappresentato un momento di riflessione profonda per tutti i partecipanti al Giubileo dei Governanti e Amministratori, evento promosso dal Dicastero per l’Evangelizzazione e rivolto a sindaci e amministratori locali italiani, chiamati a riaffermare il valore del servizio pubblico come vocazione civile e umana.
Il programma del Giubileo prevede, oltre all’udienza con il Papa, momenti di preghiera, riflessione e partecipazione comunitaria, culminando in un concerto e nella Santa Messa presieduta da Leone XIV presso la Basilica di San Giovanni in Laterano.
Le parole del Santo Padre si inseriscono in un contesto di crescente attenzione alle trasformazioni sociali e tecnologiche, e richiamano a un impegno condiviso per costruire una società più giusta, rispettosa della persona e aperta al dialogo e alla fraternità universale.






