È stato aperto e pubblicato il testamento di Giorgio Armani, lo stilista scomparso pochi giorni fa all’età di 91 anni. Il documento, depositato tra marzo e aprile di quest’anno in forma segreta, è stato aperto dal notaio Elena Terrenghi il 9 settembre, dando così il via alla successione dell’impero Armani, uno dei più importanti nel panorama mondiale della moda.
La divisione dell’eredità: i dettagli del testamento di Giorgio Armani
Giorgio Armani non aveva figli e questo ha permesso di disporre liberamente del suo patrimonio senza quote di legittima da riservare a parenti stretti. Secondo quanto emerge dal testamento e dallo statuto societario aggiornato nel 2023, l’eredità verrà suddivisa tra i suoi tre nipoti – Silvana e Roberta, figlie del fratello Sergio, e Andrea Camerana, figlio della sorella Rosanna – e il suo storico braccio destro, Leo Dell’Orco.
Il patrimonio comprende non solo il 99,9% del gruppo della moda, che conta oltre 8.700 dipendenti e un fatturato di circa 2,4 miliardi di euro, ma anche un vasto patrimonio immobiliare con residenze esclusive a Pantelleria, Forte dei Marmi, Milano, Oltrepò Pavese, Saint Moritz, Parigi e Saint Tropez, oltre a opere d’arte di grande valore. La Fondazione Armani, istituita dallo stilista circa un decennio fa, avrà un ruolo chiave nella gestione futura dell’azienda, detenendo una quota dello 0,1% e garantendo l’equilibrio e la continuità del gruppo.
Le regole dello statuto post-Armani
Il testamento sancisce l’entrata in vigore dello statuto societario già predisposto nel 2016 e aggiornato nel 2023, che prevede sei categorie di azioni con diritti di voto differenziati e prerogative specifiche per la governance. Le categorie “A” e “F”, presumibilmente collegate alla Fondazione e ai principali eredi, avranno poteri decisionali strategici, tra cui la nomina del presidente e dell’amministratore delegato.
Lo statuto impone inoltre principi fondanti come il mantenimento dello stile e della qualità che hanno reso celebre il marchio, la priorità allo sviluppo globale del nome “Armani” e una gestione finanziaria equilibrata. Solo dopo cinque anni dall’adozione dello statuto sarà possibile valutare una possibile quotazione in Borsa, decisione che richiederà una maggioranza qualificata.
Questo passaggio segna una tappa fondamentale per il futuro della Giorgio Armani Spa, che continuerà a rappresentare un simbolo di eccellenza italiana nel mondo della moda e del lusso, con un’attenzione particolare alla continuità dello stile e all’eredità imprenditoriale lasciata dal fondatore.






