Serata di tensione quella di ieri al porto di Genova, dove un gruppo di lavoratori portuali, insieme all’organizzazione sindacale USB e al Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (Calp), ha impedito l’imbarco di materiale bellico sulla nave Zim New Zealand, diretta in Israele. I manifestanti hanno occupato il Terminal Spinelli, bloccando le operazioni di carico e proclamando sciopero. Di fronte alla protesta, l’imbarcazione ha lasciato il porto senza alcun container a bordo.
Genova: la denuncia dei sindacati e la protesta dei portuali
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“A Genova non c’è spazio per i traffici di armi”, hanno dichiarato USB e Calp, accusando le autorità portuali e il governo italiano di essere complici di quello che definiscono “il governo genocida di Israele”. La protesta, spiegano i sindacati, non è un’azione isolata ma si inserisce in un percorso di mobilitazioni contro il trasporto di armamenti dall’Italia a Tel Aviv. Il gesto è stato anche un atto di solidarietà con la popolazione palestinese, in un contesto internazionale che vede crescere le tensioni in Medio Oriente.
Uno sciopero dal respiro nazionale
L’iniziativa genovese si collega allo sciopero generale del 22 settembre, proclamato dalla USB a livello nazionale, che ha tra i suoi obiettivi la denuncia delle forniture militari e delle complicità italiane nei conflitti internazionali. I lavoratori portuali rivendicano il diritto di opporsi a traffici che, a loro dire, trasformano Genova in un punto di transito per la guerra.






