Genova, 7 agosto 2025 – Stop all’imbarco di materiale bellico sul cargo saudita Bahri Yanbu, attualmente ormeggiato al porto di Genova. La decisione è stata presa dalla Filt Cgil, che ha dichiarato il blocco dopo aver richiesto chiarimenti alle autorità portuali e prefettizie sulla presenza di armi a bordo.
La protesta dei lavoratori portuali
Il cargo, di proprietà saudita, proveniente da Dundalk (Irlanda), è sotto la lente d’ingrandimento dei lavoratori portuali e dei sindacati. Secondo le informazioni raccolte, a bordo del Bahri Yanbu si trovano già alcuni mezzi anfibi militari e container di esplosivi classificati 1-E1.1, probabilmente proiettili da cannone. A seguito di questo, il Coordinamento lavoratori portuali ha organizzato un presidio davanti al terminal per la mattina di domani alle ore 8, per monitorare la situazione e impedire ulteriori caricamenti.
La nave Bahri Yanbu e il trasporto di armi
La Bahri Yanbu è una nave Ro-Ro Cargo Ship costruita nel 2014, battente bandiera saudita, con una lunghezza di 220 metri e una larghezza di 32,3 metri. Negli ultimi anni questa nave è stata al centro di numerose polemiche per il suo coinvolgimento nel trasporto di armamenti verso l’Arabia Saudita, utilizzati nel conflitto in Yemen. Dal 2019, infatti, la nave ha trasportato armi per decine di milioni di dollari attraverso porti europei, tra cui Genova, nonostante le proteste di associazioni come Amnesty International e delle organizzazioni sindacali.
Le autorità italiane e internazionali sono chiamate a vigilare sul rispetto delle norme internazionali che vietano il trasferimento di armi destinate a conflitti che coinvolgono crimini di guerra. La decisione di bloccare l’imbarco al porto di Genova rappresenta un momento significativo di mobilitazione dei lavoratori e della società civile contro il traffico di materiale bellico che alimenta guerre e violazioni dei diritti umani.






