Genova, 27 agosto 2025 – Proseguono le indagini sulla morte di Elton Bani, operaio di 41 anni deceduto dopo essere stato fermato dai carabinieri con l’uso del taser. Dai primi esami tossicologici, eseguiti durante l’autopsia, sono emerse tracce di cocaina nel sangue dell’uomo. Saranno tuttavia necessari ulteriori approfondimenti per stabilire il momento dell’assunzione e se tale sostanza abbia contribuito al decesso.
Dettagli sull’intervento e sull’uso del taser
Secondo le ricostruzioni, i carabinieri sono intervenuti domenica 17 agosto su segnalazione del personale del 118, allertato dai vicini per un uomo agitato e fuori controllo. Bani era stato trovato in strada, in auto e senza documenti. Dopo essere stato calmato e convinto a salire in casa, l’uomo ha iniziato a colpire con calci e pugni i militari. A quel punto, è stato utilizzato il taser, che lo ha colpito una volta di striscio all’addome e due volte alla schiena, con quattro scariche elettriche in totale. La procedura prevede che il taser venga sparato alla schiena per minimizzare il rischio di arresto cardiaco.
L’avvocato Cristiano Mancuso, che assiste la famiglia, ha sottolineato: “Indipendentemente dagli esiti finali, le evidenze parlano di almeno due colpi di taser a una persona disarmata e alla presenza di quattro carabinieri presumibilmente addestrati. Auspico rispetto per un ragazzo che non c’è più e che si evitino strumentalizzazioni”.
Accertamenti in corso e situazione legale
Nella mattinata odierna è iniziato l’esame tecnico dei due storditori elettrici sotto sequestro, con l’estrazione della memoria interna per verificare la funzionalità e l’eventuale manomissione degli apparecchi. La pm Paola Calleri ha iscritto nel registro degli indagati due carabinieri, difesi dall’avvocato Mario Iavicoli, per consentire loro di partecipare con propri consulenti agli accertamenti. I risultati di queste analisi saranno incrociati con quelli dell’autopsia, eseguita dal medico legale Isabella Caristo.
Parallelamente, si stanno conducendo altre indagini simili, come nel caso di Gianpaolo Demartis, morto a Olbia sempre dopo l’uso del taser, sottolineando la delicatezza e complessità delle procedure di intervento con questi dispositivi. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ribadito l’importanza del taser come “strumento imprescindibile” nelle situazioni di pericolo, invitando a rispettare il lavoro delle forze dell’ordine e a non strumentalizzare i tragici eventi.





