Si accende l’attenzione sulla morte di Elton Bani, il muratore di 41 anni di origine albanese deceduto domenica scorsa nell’entroterra genovese, dopo essere stato colpito da più scariche di taser da parte di carabinieri intervenuti sul luogo.
Indagini e sequestro dei taser
I due dispositivi elettrici utilizzati durante l’intervento sono stati sottoposti a sequestro dalle autorità competenti, in vista di approfondimenti tecnici volti a verificarne il corretto funzionamento. La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati i due carabinieri coinvolti, che hanno già presentato una relazione dettagliata sull’intervento. L’avvocato Mario Iavicoli, che li assiste, ha confermato che tutte le procedure operative sono state rispettate.
Domani, 20 agosto, sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Bani, affidata al medico legale Isabella Caristo, alla presenza di un esperto nominato dalla famiglia della vittima. L’esame sarà fondamentale per accertare le cause effettive del decesso e verificare eventuali condizioni preesistenti o l’eventuale presenza di sostanze stupefacenti o alcol nel sangue.
La dinamica dell’intervento e il contesto
Secondo la ricostruzione degli investigatori, Bani avrebbe iniziato a manifestare uno stato di forte agitazione e comportamenti violenti, tanto che i vicini hanno chiamato il 118. Alla loro richiesta di supporto si è aggiunto l’intervento dei carabinieri, che dopo averlo calmato in strada, lo hanno accompagnato a casa per prendere i documenti. Proprio sulle scale, l’uomo avrebbe aggredito i militari, costringendoli a utilizzare il taser per tentare di bloccarlo. Un testimone ha riferito di almeno tre scariche elettriche, dopo le quali Bani è caduto a terra privo di sensi. I soccorsi sanitari, giunti immediatamente, hanno tentato di rianimarlo senza successo.
Il caso di Bani si inserisce in un quadro più ampio di riflessione sull’uso del taser da parte delle forze dell’ordine, soprattutto alla luce di un episodio simile avvenuto pochi giorni prima a Olbia, dove un altro uomo è deceduto dopo essere stato bloccato con lo stesso strumento. Di fronte a questi eventi, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ribadito l’importanza dell’uso del taser in situazioni di pericolo, sottolineando la necessità di tutelare la sicurezza dei cittadini e il lavoro delle forze dell’ordine.





