Gaza, 16 luglio 2025 – Almeno 40 palestinesi, di cui 11 bambini, sono stati uccisi nei raid israeliani nella Striscia di Gaza dalle prime ore di questa mattina, come riferiscono i corrispondenti di Al Jazeera Arabic. La situazione rimane estremamente tesa a due settimane da un apparente ottimismo per una possibile tregua, che però si allontana sempre di più.
Intensificazione degli attacchi israeliani fra Gaza, Siria e Libano
Israele ha intensificato i bombardamenti non solo su Gaza, ma anche in Siria e in Libano. Nel sud della Siria, nella regione di Sweida, si sono registrati scontri tra la minoranza drusa e tribù beduine filo-governative. Le forze governative siriane, guidate ad interim da Ahmed al Shara, hanno dichiarato un cessate il fuoco dopo aver inviato truppe nella zona, mentre Israele, che sostiene la comunità drusa, ha ordinato attacchi contro le forze siriane, accusandole di violare la zona di smilitarizzazione. Contestualmente, Damasco ha annunciato un parziale ritiro militare e un accordo locale di cessate il fuoco, ma Israele continua a rafforzare la propria presenza militare soprattutto nelle Alture del Golan occupate, dove risiedono molte comunità druse.
Per quanto riguarda il Libano, l’aviazione israeliana ha colpito postazioni di Hezbollah nella Valle della Becà, considerate basi per potenziali attacchi contro lo Stato ebraico. Questa escalation rappresenta la violazione più grave della tregua tra Israele e Hezbollah siglata a novembre.
Critiche internazionali e tensioni politiche interne in Israele
Sul piano interno, in Israele si riaccende il dibattito sulla legge che esenta gli ultra-ortodossi dal servizio militare. Il leader dell’opposizione Yair Lapid chiede parità di doveri, mentre l’ex capo dell’intelligence Tamir Heyman accusa i partiti religiosi di anteporre i propri interessi ai sacrifici dei soldati. Un recente sondaggio rivela che molti cittadini temono che tale legge possa demotivare le truppe. Nel frattempo, la coalizione guidata da Netanyahu perde consensi: due partiti religiosi si sono ritirati e anche Shas potrebbe uscire, minacciando la maggioranza parlamentare.
Un ulteriore elemento di tensione riguarda la morte di un palestinese-americano di 20 anni in Cisgiordania. L’ambasciatore Usa Mike Huckabee ha chiesto un’indagine: la famiglia sostiene che il giovane sia stato picchiato a morte da coloni israeliani, un episodio che ha suscitato preoccupazione internazionale.
Il conflitto nella regione resta quindi aperto e in evoluzione, con ripercussioni che si estendono oltre Gaza e coinvolgono più paesi e attori internazionali.






