Oltre 200.000 firme sono state raccolte da Emergency per sollecitare il governo italiano a intervenire su Gaza e fermare l’intesa con Israele
Un importante appello è stato lanciato da Emergency, l’organizzazione non governativa impegnata nella difesa dei diritti umani e nell’assistenza sanitaria nei contesti di crisi. La campagna, intitolata “Ora!”, ha raccolto oltre 200.000 firme in tutta Italia, chiedendo al governo di Giorgia Meloni di non rinnovare il memorandum d’intesa per la cooperazione militare con Israele, in scadenza l’8 giugno. Questo appello non è solo una questione di politica estera, ma un grido di allerta per la situazione umanitaria a Gaza, gravemente compromessa dai recenti conflitti.
I punti cruciali dell’appello di Emergency
La richiesta di Emergency si articola su cinque punti cruciali. Oltre alla sospensione del memorandum, l’organizzazione chiede pressioni affinché l’esercito israeliano permetta l’ingresso e la distribuzione di aiuti umanitari ai civili di Gaza, un’azione che potrebbe alleviare le sofferenze di una popolazione già provata. Si richiede inoltre un’iniziativa diplomatica per promuovere un cessate il fuoco duraturo e il rispetto del diritto internazionale umanitario. Un altro aspetto fondamentale è l’interruzione del commercio di armi con Israele e la sospensione del trattato di associazione tra l’Unione Europea e Israele, già adottata da 17 paesi europei.
Il contesto della crisi umanitaria
Questo appello ha visto la luce in un contesto di crescente preoccupazione per la violenza in Medio Oriente, dove il conflitto tra Israele e Hamas ha subito un’inasprimento drammatico. La situazione a Gaza è critica: il blocco imposto da Israele e dall’Egitto ha portato a una crisi umanitaria con conseguenze devastanti per la popolazione, che vive in condizioni di estrema povertà e mancanza di accesso ai servizi essenziali.
La pressione sulla politica estera italiana
In occasione della Festa della Repubblica, Emergency ha voluto richiamare l’attenzione sul principio sancito dall’articolo 11 della Costituzione italiana, che promuove la pace e la cooperazione tra i popoli come fondamento per la libertà e la democrazia. La Meloni, che guida un governo di centrodestra, si trova ora a dover affrontare una pressione significativa, non solo da parte di organizzazioni umanitarie, ma anche da una parte della società civile che chiede un cambio di rotta nella politica estera italiana.
Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se il governo italiano ascolterà questo appello e adotterà misure per fermare la violenza e promuovere la pace nella regione. La questione non è solo geopolitica, ma riguarda direttamente i diritti umani e la dignità delle persone coinvolte in questo conflitto.






