È stato arrestato a Milano Flavius Savu, il cittadino romeno latitante, condannato a cinque anni di carcere per estorsione ai danni dell’ex rettore del Santuario della Bozzola, a Garlasco. Savu si era reso irreperibile dopo la condanna definitiva ma è stato rintracciato e fermato dalla polizia. L’uomo dovrà scontare circa quattro anni di carcere, tenendo conto del periodo di detenzione cautelare già trascorso.
Le accuse di estorsione al Santuario della Bozzola
Le indagini hanno rivelato che Savu, insieme a un complice, anch’egli di nazionalità romena, aveva costretto con minacce i due religiosi don Gregorio Vitali e don Pietro Rossoni, all’epoca rispettivamente rettore e vicerettore del Santuario della Bozzola, a consegnare ripetutamente ingenti somme di denaro. Le minacce riguardavano la diffusione di registrazioni audio e video di incontri a sfondo sessuale, anche attraverso trasmissioni televisive, qualora non avessero pagato.
L’inchiesta sul caso di estorsione è stata acquisita dalla Procura di Pavia nel fascicolo relativo a un altro caso di cronaca che ha coinvolto Garlasco: l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto 18 anni fa. In particolare, il legame tra il caso estorsione e l’omicidio è stato ipotizzato da alcuni difensori, ma al momento non è stato trovato alcun riscontro concreto.
Collegamenti con il caso Poggi e nuovi sviluppi giudiziari
Flavius Savu, nel corso della latitanza, ha fatto dichiarazioni in televisione che hanno fatto riferimento a presunti festini a sfondo sessuale nel Santuario e a un possibile collegamento con l’omicidio di Chiara Poggi, ma tali affermazioni sono state definite “fantasiose” dagli inquirenti. Domani a Milano è previsto il proseguimento dell’incidente probatorio finalizzato alla ricerca di impronte latenti su alcuni resti di immondizia sequestrata sulla scena del delitto del 2007.
Il Santuario della Bozzola è finito più volte sotto i riflettori per scandali di estorsione e presunti fatti a sfondo sessuale, ma non risultano accuse dirette di pedofilia o altre violenze sessuali a carico delle vittime dell’estorsione, come sottolineato dagli atti giudiziari. Nel frattempo, le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi restano aperte, con nuovi accertamenti e piste alternative ancora al vaglio degli inquirenti.





