Milano, 23 luglio 2025 – La nuova fase investigativa sul delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia di Chiara Poggi, torna a far emergere tensioni tra le parti coinvolte nel processo. L’attenzione si concentra su una traccia genetica, denominata traccia 33, trovata sul muro dell’abitazione e attribuita ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e indagato nell’ambito delle nuove indagini. Il caso, che ha visto la condanna definitiva di Alberto Stasi per l’omicidio, continua a riservare sviluppi giudiziari e scientifici.
Garlasco, scontro tra Procura e avvocati sulla traccia 33
L’avvocato Gian Luigi Tizzoni, rappresentante delle parti offese nel caso del delitto di Garlasco, ha espresso forte insoddisfazione per il respingimento da parte della Procura di Pavia della richiesta di estendere l’incidente probatorio anche alla traccia 33, impronta rinvenuta sulla scena del crimine e ritenuta rilevante per le nuove indagini. Tizzoni ha sottolineato come il Codice preveda indagini anche a tutela dell’indagato, ma che “la Procura di Pavia le ha estese anche nell’interesse del condannato ma non accoglie le richieste della persona offesa“.
Durante l’udienza tecnica di oggi, il giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli ha affidato al perito Domenico Marchigiani l’incarico di cercare e analizzare ulteriori impronte sulle confezioni della spazzatura della colazione lasciata da Chiara Poggi, tra cui una confezione di tè freddo sulla quale è stata trovata un’impronta di Alberto Stasi, già condannato a 16 anni per il delitto.
Dal canto suo, la difesa di Stasi, rappresentata dall’avvocato Giada Bocellari, ha difeso l’operato della Procura, affermando che “questa Procura procede nell’interesse della giustizia”. Bocellari ha inoltre spiegato che la gip ha chiesto alle parti di concordare l’estensione dell’incidente probatorio anche al confronto delle impronte sulle cosiddette strisce paradesive, fogli di acetato utilizzati per rilevare impronte, ma la difesa di Sempio si è opposta, così come quella delle persone offese, che avevano invece chiesto l’estensione anche alla traccia 33, ritenuta però al momento esclusa dall’incidente probatorio.
L’avvocato di Andrea Sempio, Angela Taccia, ha ribadito l’opposizione della difesa agli accertamenti sulla spazzatura, sottolineando la mancanza del presupposto del corretto sequestro e affermando che dal punto di vista genetico «non c’è niente a carico del mio assistito». Taccia ha evidenziato che Sempio mantiene “la serenità dell’innocenza”.
Garlasco, nuove analisi genetiche e la pista dell’“Ignoto 3”
Le attività tecniche riprenderanno all’inizio di agosto con il rientro dalle ferie del perito Denise Albani, incaricata di effettuare accertamenti genetici fondamentali per la prosecuzione dell’indagine. Tra gli elementi al centro degli esami vi è il profilo genetico definito “Ignoto 3”, un DNA maschile sconosciuto rinvenuto su una garza utilizzata per i prelievi sul corpo di Chiara Poggi. Secondo Albani, il profilo non sarebbe frutto di contaminazioni recenti, escludendo così inquinamenti da parte di chi ha maneggiato il reperto durante le analisi.
Il confronto di questo profilo sarà effettuato con un lungo elenco di persone che entrarono in contatto con il corpo della vittima dopo il delitto, oltre che con amici e conoscenti di Andrea Sempio. La presenza di questo nuovo profilo potrebbe escludere la complicità dei “soliti sospetti”, ossia la compagnia storica di Sempio e i suoi amici più vicini, e aprire a un’ipotesi di un “giro parallelo” di amicizie ancora da identificare.
Il 24 ottobre è fissata un’udienza centrale, in cui si discuterà l’analisi di due profili genetici trovati sotto le unghie di Chiara Poggi, uno dei quali per i pm potrebbe appartenere a Sempio. Nel frattempo, si attendono ulteriori risultati sull’identificazione di eventuali impronte e confronti genetici che potrebbero fornire nuovi elementi al caso.






