Riprende a Milano l’incidente probatorio sull’omicidio di Chiara Poggi, con un focus rinnovato sulle analisi delle tracce di DNA trovate sotto le unghie della vittima, secondo quanto disposto dalla gip Daniela Garlaschelli. Dopo quasi vent’anni dal delitto avvenuto nella villetta di famiglia a Garlasco, le nuove indagini cercano di fare luce su elementi ancora irrisolti, con particolare attenzione ai profili genetici isolati nel 2007 e alle nuove tecniche scientifiche applicate.
Nuove analisi sulle tracce genetiche sotto le unghie di Chiara Poggi
L’incidente probatorio si concentra principalmente sulle tracce di DNA repertate sotto le unghie di Chiara Poggi, campionate dal medico legale Marco Ballardini e analizzate dal Ris di Parma e dal genetista Francesco De Stefano. I campioni, sciolti nel 2014, sono stati ora nuovamente esaminati per verificare se in alcune sequenze, identificate con le sigle Mdx1, Mdx2, Mdx3 e Mdx4, oltre al profilo di Chiara, si intrecci anche quello di un’altra persona, presumibilmente un profilo femminile a cui si cerca di dare un nome.
Ai tempi delle prime analisi, i carabinieri avevano escluso la presenza di DNA maschile, ma le nuove tecniche di analisi permettono oggi un riesame più approfondito con possibilità di individuare eventuali profili misti. La perita Denise Albani, nominata dal gip, attende la trasmissione dei dati grezzi per procedere con le comparazioni, in cui la difesa di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio, insiste per avere accesso completo a tutte le informazioni.
Accanto alle analisi sul DNA femminile, la perita dovrà anche riferire sull’esito delle verifiche relative al cosiddetto DNA dell’Ignoto 3, trovato su una garza usata nel 2007 per prelevare materiale biologico dalla bocca della vittima. Questo profilo, secondo i consulenti della Procura di Pavia, è probabilmente frutto di una contaminazione durante l’autopsia, come chiarito in una nota del Procuratore Fabio Napoleone, che ha confermato l’involontarietà del fenomeno.
Analisi dattiloscopiche e nuove acquisizioni investigative
Un altro importante filone dell’incidente probatorio riguarda le analisi dattiloscopiche sulle impronte trovate nella villetta di via Pascoli, in particolare su reperti della spazzatura sequestrata nell’immediato post delitto. Il giudice Garlaschelli ha affidato questa parte delle indagini al perito Domenico Marchigiani, che dovrà verificare la presenza di impronte digitali e confrontarle con quelle dei principali indagati, cioè Alberto Stasi e Andrea Sempio, quest’ultimo recentemente riaperto alle indagini dopo due archiviazioni.
Le analisi finora eseguite non avevano evidenziato impronte riconducibili a Sempio, ma solo quelle di Stasi e della vittima, mentre sulla cosiddetta impronta 33, contesa tra le parti, emergono divergenze tra consulenti sulla sua attribuibilità a Sempio. La Procura ha previsto una nuova udienza il 24 ottobre per discutere i risultati dell’incidente probatorio, mentre proseguono parallelamente le attività dei carabinieri del Ris di Cagliari che stanno ricostruendo tridimensionalmente la scena del crimine tramite tecnologie avanzate come laser e droni.
In questo contesto si inserisce anche l’incarico affidato alla professoressa Cristina Cattaneo, antropologa forense, per ulteriori approfondimenti medico-legali e geomatici che potrebbero fornire nuovi elementi utili alle indagini.
Le attività degli esperti, coordinate dal Procuratore Fabio Napoleone, puntano a far chiarezza su aspetti ancora controversi del caso, evitando interpretazioni premature e sottolineando la necessità di attendere il completamento delle analisi per avere un quadro più definitivo.






