Si è svolta oggi davanti al Tribunale del Riesame di Brescia l’udienza relativa alla richiesta di dissequestro dei dispositivi elettronici dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, e dei carabinieri Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, indagati nell’ambito dell’inchiesta che ipotizza la corruzione in atti giudiziari legata al delitto di Garlasco. I pubblici ministeri della Procura di Brescia, tuttavia, non si sono presentati in aula, alimentando discussioni e reazioni da parte delle difese.
Garlasco, assenza dei pm al Riesame: la situazione
La Procura bresciana ha sottolineato che la presenza del pubblico ministero all’udienza del Riesame non è obbligatoria e ha confermato di aver depositato un provvedimento “fortemente motivato”, ora all’esame dei giudici. Secondo fonti giudiziarie, dietro l’assenza dei pm non vi sarebbe alcun cambio di strategia investigativa.
L’avvocato Giorgia Spiaggi, difensore dei carabinieri Spoto e Sapone, ha espresso sorpresa per l’assenza del pm, interpretandola come segno che la Procura non avrebbe più argomenti da aggiungere. Il legale di Venditti, Domenico Aiello, ha definito l’atteggiamento dei pm “farisaico”, considerato che l’udienza verteva su un ricorso contro un loro ex collega.
Sequestro annullato solo in parte: i dispositivi informatici restano sotto vincolo
Nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di sequestro emesso lo scorso 26 settembre concernente i computer, tablet e telefoni di Venditti, nell’ambito del filone che indaga la presunta corruzione per l’archiviazione del caso di Andrea Sempio, indagato per il delitto di Chiara Poggi. Tuttavia, i dispositivi restano ancora sotto sequestro su disposizione dei pm, in attesa del secondo pronunciamento del Riesame, sul quale il legale Aiello ha già annunciato un nuovo ricorso.
Secondo il tribunale, il provvedimento di sequestro non era sufficientemente motivato, in particolare mancando la specifica indicazione delle “parole chiave” per circoscrivere le ricerche nei dispositivi agli elementi rilevanti dell’indagine. Restano invece sotto vincolo alcuni sequestri di agende cartacee, ritenute di scarso rilievo dalla difesa.
L’inchiesta, che coinvolge anche l’ex pm di Pavia Paolo Mazza, fa parte di un più ampio fascicolo denominato “sistema Pavia”, che ha portato alla luce una rete di relazioni tra magistrati, forze dell’ordine e imprenditori, con episodi di corruzione, minacce e pedinamenti.
L’udienza odierna rappresenta un passaggio cruciale nella complessa vicenda giudiziaria che riguarda Garlasco e la provincia di Pavia, con l’attesa della decisione del Tribunale del Riesame destinata a influire significativamente sull’andamento dell’indagine.






