Nuovi elementi tornano ad animare il caso di Garlasco. Dagli atti dell’inchiesta emerge infatti l’esistenza di un profilo genetico isolato nel 2007 sul pollice destro di Chiara Poggi, all’epoca ritenuto non interpretabile e poi accantonato. Oggi quella traccia potrebbe assumere un ruolo importante, aprendo nuove prospettive investigative. Parallelamente, torna sotto la lente anche la presenza di tre tracce biologiche di origine femminile rinvenute in diversi punti della scena del crimine la mattina del 13 agosto 2007. A riportare la notizia è Il Tempo.
Campione prelevato dal pollice destro di Chiara Poggi
All’attenzione degli inquirenti non ci sono più soltanto i due profili genetici rilevati sotto le unghie della vittima, uno dei quali attribuito ad Andrea Sempio, attualmente indagato dalla Procura di Pavia per concorso in omicidio. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano romano, il campione oggi al centro dell’attenzione era stato prelevato con un tampone dal pollice destro di Chiara, la stessa mano in cui era stato repertato anche il Dna di Sempio. Il profilo era stato etichettato dal Ris dei carabinieri con la sigla “MDX1”.
Gli esami condotti nel 2007
Già all’epoca il campione aveva destato interesse. Nel settembre 2007 gli specialisti del Ris, allora diretti dal generale Luciano Garofalo, oggi consulente della difesa di Sempio, avevano eseguito accertamenti alla presenza del genetista Matteo Fabbri, consulente di Alberto Stasi, all’epoca sotto indagine e oggi condannato in via definitiva per l’omicidio. Tuttavia, la relazione biodattilo redatta l’11 settembre 2007 certificava che la traccia non fosse interpretabile. Il documento attribuiva l’esito negativo a un “effetto ladder” presente in gran parte dei marcatori, probabilmente causato da un’amplificazione casuale del Dna, e sottolineava inoltre che l’altezza dei picchi non risultava significativa. Nonostante ciò, dalla tabella di amplificazione emergeva che il profilo genetico fosse di origine maschile.
Le analisi successive
Quella stessa traccia venne nuovamente esaminata nel 2014 dal professor Francesco De Stefano, lo stesso esperto che riuscì a isolare il Dna di Ignoto 1 sul mignolo destro e sul pollice sinistro della vittima — profilo oggi attribuito a Sempio — e di Ignoto 2 sull’anulare sinistro, ancora privo di identificazione. Anche in quell’occasione l’esito fu negativo.
Possibili sviluppi
Nonostante le difficoltà interpretative del passato, i tracciati del campione repertato sul pollice destro di Chiara sono rimasti conservati e potrebbero ora essere riletti con nuove tecniche. Se ciò avvenisse, quel Dna, considerato maschile, potrebbe essere associato a un’identità precisa, così come accaduto con l’attribuzione del profilo genetico a Sempio.






