Garlasco, 10 settembre 2025 – Nuovi sviluppi emergono nell’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi. Nel corso dell’incidente probatorio disposto dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, sono state individuate otto impronte digitali sui reperti sequestrati nell’abitazione della giovane vittima, a distanza di diciotto anni dal delitto. Secondo quanto emerso, sei impronte sono state rilevate su un sacchetto di cereali e due sulla busta della spazzatura, mentre non sono stati trovati segni né sul bricchetto di Estathé né sulla confezione di biscotti. Tutte le impronte sono parziali e dovranno ora essere sottoposte a ulteriori accertamenti per verificarne la reale utilità investigativa e stabilirne l’appartenenza.
Le valutazioni dei consulenti
Sull’esito delle prime analisi si sono espressi i legali e i consulenti delle parti. L’avvocata Giada Bocellari, che assiste Alberto Stasi, ha precisato che le impronte saranno trasmesse a specialisti per la valutazione, sottolineando che non è scontato possano risultare confrontabili o avere valore giuridico. Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma e consulente della difesa di Andrea Sempio, ha rimarcato che i rilievi dattiloscopici su due reperti potrebbero rivelarsi utili per comparazioni con le persone coinvolte: Chiara Poggi, il suo fidanzato di allora Alberto Stasi – condannato in via definitiva a 16 anni – e il nuovo indagato Andrea Sempio. Tuttavia, in base agli esiti già noti delle analisi genetiche sui rifiuti, appare più probabile che le tracce appartengano a Poggi e Stasi, circostanza che dovrà comunque essere confermata dalle verifiche in corso.
Le prossime tappe dell’inchiesta
Il gip Daniela Garlaschelli ha convocato le parti processuali per il 26 settembre, data in cui si discuterà anche della proroga dell’incidente probatorio richiesta dalla genetista e perita del giudice, Denise Albani. Le analisi proseguiranno dunque con l’obiettivo di chiarire la natura delle impronte e valutarne la possibile rilevanza nell’ambito delle nuove indagini riaperte sul caso.
La reazione del consulente della famiglia Poggi
Soddisfazione è stata espressa dal consulente della famiglia Poggi, Dario Redaelli, che ha commentato con cauto ottimismo i risultati della giornata. “Ero scettico – ha spiegato – perché il tempo trascorso poteva aver compromesso le tracce. Invece oggi, dopo mesi di ipotesi suggestive, siamo tornati a lavorare su elementi concreti e rilevanti”. Redaelli ha sottolineato come il materiale sequestrato sia stato conservato in condizioni adeguate, permettendo di eseguire accertamenti anche a distanza di quasi due decenni da quel 13 agosto 2007.






