Pavia, 18 dicembre 2025 – Al termine dell’udienza conclusiva dell’incidente probatorio presso il Tribunale di Pavia, Francesco Compagna, legale della famiglia Poggi, ha espresso forti dubbi sull’utilizzo delle tracce di DNA rinvenute sulle unghie di Chiara Poggi come elementi a carico. Il caso, che riapre uno dei più discussi misteri criminali degli ultimi anni in Lombardia, continua a suscitare accesi dibattiti tra difesa e accusa.
Pluralità di DNA sulle unghie: un dato indiziario contestato

All’uscita dall’aula, l’avvocato Compagna ha sottolineato come “sia stata rilevata una pluralità di DNA sulle unghie di Chiara Poggi, sia maschile che femminile, e che ciascuno di noi ha sulle unghie molteplici tracce di DNA di diverso tipo”. Per il legale, questa circostanza rende poco credibile considerare il DNA come un indizio certo nel quadro delle indagini. “Questo come può essere un dato indiziario? Io personalmente ancora non l’ho capito”, ha commentato, evidenziando la necessità di approfondire tali aspetti con rigore scientifico e senza pregiudizi.
Compagna ha anche fatto riferimento a un contesto mediatico acceso e polarizzato, definito come una “forte battaglia tra tifoserie”, che rischia di offuscare la comprensione reale dei dati investigativi. Ha ricordato inoltre che gli elementi genetici su cui si basa la discussione erano già noti nel 2016 e 2017, invitando a riflettere sulle polemiche riguardanti presunte novità o svolte investigative.
Nuove indagini e risvolti giudiziari nel delitto di Garlasco
Il caso di Chiara Poggi, uccisa nel 2007 nella sua abitazione di Garlasco, ha attraversato un iter giudiziario complesso e controverso. Dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, suo ex fidanzato, a 16 anni di reclusione, sono emersi nuovi elementi che hanno portato a ulteriori indagini. In particolare, una perizia “super partes” ha confermato la presenza del DNA di Andrea Sempio, amico di famiglia, sulle unghie della vittima, senza però rinvenire tracce genetiche né di Stasi né dei componenti della famiglia Poggi.
Questa scoperta ha aperto un nuovo capitolo nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Pavia e dai carabinieri di Milano, che ora indagano su come il DNA di Sempio sia potuto finire sulle mani della vittima, ipotizzando anche la sua presenza sulla scena del crimine. I legali di Sempio e della famiglia Poggi hanno avanzato l’ipotesi di contaminazione, ma gli investigatori ritengono che l’assenza del DNA dei familiari di Chiara possa indicare che la ragazza si fosse lavata le mani poco prima dell’aggressione, escludendo altre spiegazioni scientificamente valide.
Il Tribunale ha respinto la richiesta di misura cautelare nei confronti di Sempio, ma punta a presentare entro la primavera una richiesta di rinvio a giudizio. Parallelamente, proseguono le indagini su presunte corruzioni legate all’archiviazione dell’inchiesta precedente, che coinvolgono figure chiave degli anni passati.
Il caso di Garlasco rimane dunque al centro di un dibattito giudiziario e scientifico intenso, con nuovi accertamenti che potrebbero ridefinire le responsabilità e il quadro probatorio di uno dei delitti più discussi della cronaca italiana recente.
Fonte: Alessia Arrigo - Garlasco, legale famiglia Poggi: "Pluralità di DNA sulle unghie, come può essere un indizio?"






