Sul delitto di Garlasco continuano ad emergere sempre nuove teorie e misteri, come quelli suggeriti da Massimo Lovati, il difensore di Andrea Sempio
Garlasco, 17 luglio 2025 – A quasi diciotto anni dal tragico omicidio di Chiara Poggi, continuano ad emergere teorie e nuove ipotesi investigative che alimentano il dibattito pubblico e giudiziario. Tra le voci più discusse vi è quella dell’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, che rilancia con determinazione l’ipotesi di un sicario professionista coinvolto nell’omicidio, sfidando la versione consolidata che vede come unico responsabile Alberto Stasi.
La teoria del sicario professionista
Massimo Lovati ha ribadito più volte che l’assassino della giovane Chiara Poggi non sarebbe una persona comune, bensì uno “007”, un killer esperto, assunto da un’organizzazione criminale per mettere a tacere la vittima. Secondo il legale, la motivazione dietro l’omicidio sarebbe collegata a segreti scottanti che la ragazza avrebbe scoperto, riguardanti presunti scandali e abusi nel Santuario della Madonna della Bozzola, un tema che continua a circolare tra alcune teorie alternative ma che non ha mai trovato conferma ufficiale. Lovati ha paragonato questa vicenda a quella dell’omicidio di Lev Trockij, assassinato da un agente segreto nel 1940, per sottolineare la possibile presenza di un disegno criminale organizzato.
L’avvocato contesta inoltre le indagini sulle tracce di DNA cosiddetto “Ignoto 3” trovate nelle garze utilizzate durante l’autopsia di Chiara, sostenendo che si tratterebbe di contaminazioni e che le ricerche siano finalizzate a sostenere ipotesi di concorso che non esistono. Per Lovati, infatti, Alberto Stasi è innocente e sarebbe stato costretto a mentire nel suo racconto.
Il mistero della fiera di Vigevano e le testimonianze contraddittorie
Un altro punto di discussione riguarda la mattina del 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio, quando secondo Lovati alla fiera di Vigevano si parlava già della morte di Chiara Poggi, ben prima della telefonata di Stasi alle forze dell’ordine alle 13:50. Tuttavia, diverse testimonianze raccolte tra gli abitanti e gli ambulanti presenti quel giorno smentiscono questa versione, dichiarando di non ricordare alcun discorso in merito al delitto durante la mattinata. Questa discrepanza aumenta il mistero sulla tempistica e la diffusione delle informazioni nei momenti immediatamente successivi al delitto.
Nuove acquisizioni e sospetti su più presenze sulla scena del crimine a Garlasco
Le indagini più recenti hanno portato alla luce elementi che fanno ipotizzare la presenza di almeno due persone coinvolte nell’aggressione a Chiara Poggi. La scoperta di DNA di un secondo uomo, oltre a quello di Andrea Sempio, sotto le unghie della vittima e il sangue trovato sul telefono fisso di casa suggeriscono che la ragazza abbia tentato di chiedere aiuto, lottando contro l’aggressore o gli aggressori. La posizione del telefono, la presenza di schizzi di sangue e la dinamica dei colpi mortali indicano che l’omicidio non fu un atto improvviso ma un’aggressione violenta e prolungata.
Le nuove analisi scientifiche, condotte dai carabinieri del RIS e dalla procura di Pavia, sono ancora in corso e mirano a far luce su questi aspetti, mentre rimangono aperti interrogativi sulle modalità e sulle responsabilità esatte nell’omicidio. La presenza di più profili genetici non identificati potrebbe infatti ridefinire completamente la ricostruzione processuale, finora incentrata sul solo Alberto Stasi, condannato definitivamente nel 2015.
Nel frattempo, il dibattito pubblico resta acceso, con un’attenzione particolare alle possibili interferenze mediatiche e investigative che hanno caratterizzato uno dei casi di cronaca più controversi e seguiti della Lombardia negli ultimi decenni.






