Pavia, 27 novembre 2025 – Un nuovo sviluppo nel caso del delitto di Garlasco potrebbe cambiare radicalmente le carte in tavola a 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi. Una recente perizia disposta dal Tribunale di Pavia ha confermato la compatibilità del materiale genetico trovato sotto le unghie della vittima con il profilo Y cromosomico di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e da sempre dichiaratosi estraneo al fatto.
I test sul Dna nel caso Garlasco
La perizia è stata firmata dall’esperta della polizia scientifica Denise Albani, che ha utilizzato avanzate tecniche di biostatistica, oggi standard a livello internazionale ma non disponibili al momento delle prime indagini, per analizzare il DNA isolato nel 2014. Il materiale genetico, ritenuto allora degradato dal perito del processo d’Appello Francesco De Stefano, si è invece rivelato compatibile in 12 marcatori su 16 con il profilo Y di Sempio, confermando una sovrapposizione pressoché totale con la linea maschile della sua famiglia.
Questa nuova evidenza supporta la linea investigativa dei magistrati di Pavia, che aveva già attribuito il DNA a Sempio, e si affianca a ulteriori elementi raccolti negli ultimi mesi: l’impronta trovata sul muro delle scale della villetta, le telefonate sospette fatte da Sempio alla famiglia Poggi e la falsa giustificazione fornita dallo scontrino di Vigevano per un alibi. A complicare ulteriormente la posizione di Sempio vi è anche l’indagine per presunta corruzione che coinvolge l’ex pm Mario Venditti, ora in mano ai magistrati di Brescia.
La posizione di Andrea Sempio
Andrea Sempio ha affermato: “Sono innocente, amareggiato dalle indiscrezioni sulla perizia”. Fonti vicine al 37enne hanno riferito poi che egli mantiene la convinzione di poter dimostrare la propria innocenza attraverso il lavoro dei suoi consulenti e difensori, ribadendo tale posizione durante tutti questi mesi e anni. Le indiscrezioni che hanno anticipato l’ufficialità della perizia hanno causato in lui un forte disappunto, poiché non è stato ancora depositato il documento conclusivo della perita incaricata nel procedimento.
La reazione dei legali di Sempio
Gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Taccia hanno chiarito che le informazioni finora pubblicate circa la presunta compatibilità tra il Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi e quello di Sempio si basano esclusivamente su dati biostatistici e non su una perizia completa. “Anche se interpretati correttamente, questi dati non rappresentano una comparazione individualizzante e non possono da soli confermare l’identità dell’autore del delitto”, hanno spiegato i legali.
Inoltre, il Dna è risultato essere misto e parziale, con la possibilità che sia stato trasferito da un oggetto piuttosto che da un contatto diretto tra i corpi. Questo elemento riduce drasticamente il valore probatorio del materiale genetico e apre interrogativi fondamentali come il momento e la modalità del contatto, al momento privi di risposte certe.
I consulenti tecnici della difesa, Armando Palmegiani e Marina Baldi, hanno valutato i risultati della relazione biostatistica redatta dalla perita Denise Albani durante l’incidente probatorio. Secondo loro, i dati indicano una compatibilità con l’aplotipo Y della linea paterna di Sempio, ma si tratta di risultati statisticamente deboli, ottenuti da un Dna degradato e non consolidato, che non possono essere considerati come prova definitiva.
I consulenti e i legali di Sempio hanno dichiarato inoltre di aver ricevuto i dati puri dell’analisi biostatistica effettuata, ma ne sottolineano l’incompletezza e l’assenza di una “piena concordanza” tra l’aplotipo Y trovato sulle unghie della vittima e il profilo biologico paterno dell’indagato. I risultati, definibili come “DNA degradato, parziale, misto e non consolidato”, pur mostrando una possibile comparabilità con quello di Sempio, non offrono una validità statistica forte per un’attribuzione certa.
La difesa ha inoltre ribadito il dubbio sull’origine di quella traccia biologica: potrebbe essere stata depositata per contatto diretto durante il delitto del 13 agosto 2007, oppure per trasferimento da altri oggetti toccati da Sempio in momenti precedenti, come quando giocava al computer nella casa della vittima.
Le parole dei consulenti della famiglia Poggi
I consulenti Marzio Capra e Dario Redaelli, incaricati dalla famiglia Poggi, hanno dichiarato che non è ancora giunta la relazione contenente i dati dell’analisi biostatistica condotta dalla perita Denise Albani. Nella serata di ieri è stata ricevuta una comunicazione dall’ufficio della gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, che invitava i consulenti delle parti a depositare osservazioni e relazioni entro qualche giorno prima dell’udienza fissata per il 18 dicembre, giorno in cui saranno discussi gli esiti della perizia. La stessa comunicazione faceva riferimento a una mail della perita Albani riguardo al deposito dei risultati dei calcoli biostatistici, con la precisazione che la perizia conclusiva sarà depositata entro il 5 dicembre.
Secondo i consulenti della famiglia Poggi, è un errore scientifico effettuare un’analisi biostatistica su dati documentali non validi perché “non consolidati” attraverso repliche attendibili. Si tratta dei dati raccolti nove anni fa dal perito De Stefano durante l’appello bis che portò alla condanna di Stasi. Tali dati, relativi ai profili genetici individuati sulle unghie di Chiara, compreso il cosiddetto “ignoto 2”, sono considerati “parziali e misti” e quindi non utilizzabili.
Secondo quanto riferito, il perito Francesco De Stefano ha più volte evidenziato che un risultato ottenuto in condizioni di criticità e non consolidato non può essere considerato un “dato scientifico attendibile“. Nel 2014, il materiale genetico rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi era stato dichiarato non consolidato e non comparabile, pertanto non idoneo per una valutazione biostatistica. I consulenti della famiglia Poggi hanno ribadito che tali dati, essendo parziali e privi di solidità scientifica, non possono essere utilizzati come prova valida, definendoli quindi “nulli”.






