Milano, 12 agosto 2025 – La Procura di Pavia ha reso noto un importante sviluppo nelle indagini sul delitto di Garlasco, che vede come vittima Chiara Poggi, uccisa nel 2007 nella sua abitazione. A seguito di analisi genetiche più approfondite, è emerso un profilo genetico sconosciuto su una garza utilizzata 18 anni fa dal medico legale durante l’autopsia della vittima. Questo elemento ha spinto la Procura a disporre nuovi accertamenti per escludere una possibile contaminazione dovuta a precedenti esami autoptici.
Scoperta di un profilo genetico sconosciuto
Le analisi comparative, condotte dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani, non erano previste nell’ambito dell’incidente probatorio originario. I risultati hanno evidenziato la presenza di un profilo genetico anonimo, denominato “ignoto 3“, rilevato su un tampone orale prelevato dalla vittima durante l’autopsia. La comparazione con “preparati istologici” di cinque maschi, sottoposti ad autopsia nello stesso periodo, ha mostrato una concordanza degli alleli con un soggetto identificato dal codice anonimo 153E.
Questa scoperta apre nuove prospettive nelle indagini, già oggetto di revisione a distanza di quasi vent’anni dal delitto. In particolare, la presenza di un ulteriore profilo genetico maschile potrebbe confermare la presenza di un secondo uomo coinvolto nell’aggressione, ipotesi suggerita anche dal materiale genetico rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi.
La Procura ha quindi affidato ulteriori accertamenti alla genetista forense Denise Albani, la cui metodologia è stata unanimemente riconosciuta, e ha nominato come consulente anche la professoressa Cristina Cattaneo, esperta di antropologia e medicina legale dell’Università degli Studi di Milano. L’obiettivo è garantire una valutazione più ampia e accurata degli elementi raccolti, sia sul corpo della vittima sia sulla scena del delitto.
Garlasco, scoperte scientifiche e nuovi sviluppi
Le analisi ripetute sul tampone oro-faringeo prelevato dalla bocca di Chiara Poggi hanno confermato la presenza del profilo “Ignoto 3”, un Dna maschile completo con 22 marcatori genetici e una quantità significativa di materiale biologico. Secondo la perita nominata dal gip, Denise Albani, questo profilo non è compatibile con nessuno degli operatori coinvolti nelle successive manipolazioni del reperto e non risulta derivare da semplici contaminazioni ambientali o accidentali.
Tuttavia, alcuni esperti e consulenti della famiglia Poggi continuano a discutere la possibilità che il profilo possa derivare da errori procedurali o da strumenti non adeguatamente sterilizzati durante l’autopsia, come evidenziato dalla presenza di una garza non sterile utilizzata per il prelievo. Luciano Garofano, allora comandante dei Ris e oggi consulente, sostiene fermamente la tesi della contaminazione dovuta all’uso improprio di materiale di raccolta biologica. Anche il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, concorda nel considerare la quantità di materiale biologico rilevato come “infinitesima” e quindi potenzialmente spiegabile con una contaminazione.
Parallelamente, la Procura di Pavia sta procedendo con la raccolta e il confronto dei profili genetici di oltre trenta persone che hanno avuto contatti con il corpo della vittima nel 2007, tra operatori, tecnici e investigatori, per escludere o confermare l’appartenenza del profilo genetico “Ignoto 3” a un complice o a un’altra persona coinvolta nel delitto.
Questo doppio filone investigativo – da un lato la verifica della possibile contaminazione e dall’altro la ricerca dell’identità del soggetto – si inserisce in un quadro giudiziario complesso che riguarda il delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, e su cui permangono ancora dubbi e interrogativi a quasi vent’anni di distanza.
Garlasco, nuove indagini sulle cause della morte affidate a Cristina Cattaneo
La Procura ha incaricato la professoressa Cristina Cattaneo di approfondire ulteriormente le cause del decesso di Chiara Poggi, la giovane vittima di 26 anni, il cui omicidio è stato oggetto di numerosi processi. Attualmente è indagato per l’omicidio Andrea Sempio, mentre l’ex fidanzato della ragazza, Alberto Stasi, è stato condannato in via definitiva nel 2015.
La professoressa Cristina Cattaneo, docente all’Università degli Studi di Milano e fondatrice del Laboratorio di antropologia e odontologia forense (Labanof), è una delle massime esperte italiane in materia di medicina legale e antropologia forense. Nota per il suo contributo in casi di grande risonanza come quelli di Yara Gambirasio ed Elisa Claps, la Cattaneo si è distinta per l’approccio rigoroso e scientifico, utilizzando tecniche all’avanguardia per ricostruire dinamiche complesse di eventi criminali.
Le sue analisi, basate su dati oggettivi e approfonditi, sono fondamentali per fare chiarezza su casi rimasti a lungo nell’ombra. La collaborazione con la Procura di Pavia rappresenta un passo cruciale per rivedere e integrare le evidenze raccolte negli anni, offrendo nuovi spunti investigativi nel caso Poggi.
Il lavoro di Cattaneo e dei genetisti coinvolti si inserisce in un più ampio contesto di revisione delle prove, con l’obiettivo di accertare eventuali responsabilità ancora non chiarite e di consolidare la verità processuale su uno dei delitti che hanno segnato la cronaca nera lombarda degli ultimi decenni.
