Pavia, 23 luglio 2025 – Prosegue l’iter giudiziario legato all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, con nuove tensioni tra le parti processuali. La Procura di Pavia ha scelto di non accogliere alcune richieste avanzate dalla famiglia della vittima nel corso dell’incidente probatorio. A renderlo noto è stato l’avvocato Gianluigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, che ha sottolineato come la Procura abbia esteso le indagini anche a favore del condannato, ma non abbia ammesso la traccia genetica nota come “traccia 33” attribuita ad Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta.
Delitto di Garlasco, La controversia sulla traccia 33 e la posizione della difesa
Secondo quanto riferito dall’avvocata Angela Taccia, difensore di Andrea Sempio, la traccia 33 rinvenuta sul muro della casa di Chiara Poggi non appartiene al suo assistito e non contiene sangue. La consulenza tecnica depositata dalla difesa sottolinea come la traccia non presenti le caratteristiche necessarie per un’attribuzione certa a Sempio, che mantiene quindi la propria posizione di innocenza. Nonostante la richiesta della famiglia Poggi, la difesa di Sempio e la Procura si sono opposte all’ammissione di tale prova nell’incidente probatorio.
Nuove indagini e il ruolo di Andrea Sempio
Andrea Sempio, 37enne residente a Garlasco, è al centro di una nuova indagine coordinata dalla Procura di Pavia. Le nuove analisi genetiche hanno evidenziato la presenza di un profilo maschile, chiamato “Ignoto 3”, sul tampone prelevato dalla vittima, che secondo la perizia incaricata dal gip Daniela Garlaschelli non è frutto di contaminazione recente. Il profilo non corrisponde né alla vittima, né al condannato Alberto Stasi, ma risulta compatibile con Sempio, che si sottoporrà a ulteriori accertamenti del DNA nei prossimi giorni.
Parallelamente, emergono elementi che mettono in discussione la compagnia storica di Sempio, escludendo i suoi amici più prossimi dal coinvolgimento nell’omicidio. Gli investigatori stanno indagando su un possibile “giro parallelo” di amicizie, alla ricerca di indizi utili per individuare il proprietario del profilo genetico “Ignoto 3”, che potrebbe essere un complice o l’autore materiale del delitto.
Le indagini continuano dunque a dipanarsi a distanza di quasi vent’anni, con nuovi sviluppi che potrebbero cambiare ulteriormente il quadro processuale e investigativo attorno al tragico evento di Garlasco.
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